Avevo perso di vista
Otep Shamaya dopo i primi ottimi due dischi e la ritrovo solo adesso, anno 2016, al settimo full-lenght, il qui presente “
Generation Doom”.
Nel frattempo la nostra ha perso quell’aura sciamanica, quasi esoterica, ed è stata folgorata sulla via di “
Mad Max: Fury Road”, recente capolavoro cinematografico di
George Miller.
Dico questo perché sia il titolo del film che le foto session del disco rimandano al mood postapocalittico del film, ed inoltre
Otep si è conciata in modo identico a
Charlize Theron e alla sua “
Imperatrice Furiosa”.
Ciò detto il disco è una sorta di rivisitazione in chiave più moderna di quanto fatto agli inizi. Se da un lato si riscontra un atteggiamento un po’ meno aggressivo, sebbene l’iniziale “
Zero” oppure “
Lords Of War” siano belle botte, c’è da rimarcare un migliore uso della melodia, con
Otep Shamaya che ha imparato a cantare e non solo ad urlare. Ascoltate la bellissima “
In Cold Blood”, un pezzo nel quale melodie algide e moderne vengono esaltate dalla notevole prova vocale della cantante.
Non viene tralasciato il groove, in pezzi come “
Feeding Frenzy” e “
Down”, e stupisce la capacità della band di suonare freschi pur proponendo stilemi che ormai hanno una ventina di anni.
A ciò aggiungete che “
Equal Rights, Equal Lefts” è tra rap e dubstep e che “
No Color” tiene fede al titolo ed è oscura, notturna, ma dal mood urbano, con notevoli inserti elettronici.
Un disco che fa della varietà il suo punto di forza e che conclude con la brutale title-track e con “
On The Shore”, pezzo placido, liquido, onirico.
In definitiva questo “
Generation Doom” è davvero un buon disco, che sottolinea la maturità artista di una band e della sua mentore, sopravvissuti alle mode e con un percorso artistico coerente e mai banale.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?