In un
business musicale che “brucia” i suoi interpreti con incredibile sollecitudine, i
Knock Out Kaine forniscono, con questo “
Cruel Britannia”, un gustoso
reminder della loro contagiosa istintività
rock n’ rollistica a tutti quelli che sono soliti nutrire il sempre più disorientato apparato
cardio-uditivo con dosi quotidiane di Poison, Nelson, Motley Crue, Wildhearts e Ugly Kid Joe.
Solo quattro pezzi (tra cui una
cover e un ripescaggio dal loro vecchio repertorio …), eppure l’immagine nitida di un’ottima
band, rivelatasi al sottoscritto con l’appassionante secondo
full-length “
Rise of the electric jester” e da allora meritevole di essere consigliata a tutti i
rockofili in cerca di attitudine, spigliatezza, divertimento e sfrontatezza.
Il tutto, poi, senza dimenticare di aggiungere all'impasto brandelli di esplicita polemica nei confronti dell’
establishment della nostra società contemporanea così iniqua e cannibale, nel
Regno Unito come nel resto del mondo.
In questo modo, se la
title-track mescola invettiva e linee melodiche assolutamente catalizzanti, la successiva ”
Love the way you hate” vola sui sensi con una vaporosa armonia elettroacustica di facilissima assimilazione e la versione targata 2016 di “
Going down” riesce a trasmettere quel senso di scalciante esuberanza
boogie di cui sono maestri i Van Halen o gli stessi Poison.
A completare l’opera, una vibrante trascrizione della celebre “
Copperhead road” di
Steve Earle (un altro che in fatto di critica al “sistema” non si è mai tirato indietro …), resa in maniera piuttosto vitale e peculiare da un gruppo davvero assai “fresco” e intrigante.
Un promemoria efficace, dunque, che alimenta la voglia di nuove e maggiormente corpose opportunità di ascolto …
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