Devo resistere alla tentazione di dare un voto altissimo a questo disco… e sì che, in fondo in fondo, già prima di ascoltarlo ero quasi convinto che in un modo o nell’altro avrei ceduto. Le premesse per un lavoro memorabile c’erano tutte dato che dietro al monicker
The Security Project troviamo nientepopodimeno che
Trey Gunn (King Crimson) e
Jerry Marotta (Peter Gabriel Band). Obiettivo? Dare, dal vivo, “nuova vita” alla musica di
Peter Gabriel, in particolare quella legata ai primi anni di attività dell’artista dopo la dipartita dai Genesis (qui ricordati con l’inclusione di
“Back In N.Y.C.”, dal doppio
“The Lamb Lies Down On Broadway” del 1974). Nella missione quasi impossibile risulta fondamentale il contributo degli altri compagni d’avventura
Michael Cozzi (chitarre),
David Jameson (tastiere) e in particolare del cantante
Brian Cummins, già frontman dei Carpet Crawlers (band tributo ai sopraccitati Genesis, in attività da parecchi anni), dall’ugola che definire “fedele all’originale” è dir poco (incredibile davvero).
Quindi? Lo diamo il votone? Sono combattuto, sì, ma alla fine la risposta è negativa. La band centra pienamente l’obiettivo di riproporre con un “twist” moderno, ma senza strafare, brani storici e indiscutibili di
Gabriel ormai “latitanti” dal vivo da molti anni ma la verità è che per quanto bello, piacevole, ben confezionato, appassionato, quello che ho in mano rimane un disco di “cover”. Se siete fan dell’artista di Chobham buttatevi a capofitto su questo album, non ve ne pentirete. Col cuore il voto è un 9 ma con la testa devo limitarmi a un triste ma giusto SV.
Comunque, per non sapere né leggere né scrivere, io me lo riascolto. Sono proprio un parac**o.
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