Gli
Extrema sono sempre stati soggetti a sentimenti di amore/odio da parte dei metalheads italiani. Se da una parte ci sono migliaia di sostenitori pronti a riconoscerne l’importanza storica e il valore artistico, oltre che l’indubbia bravura on stage, dall’altra c’è chi gli ha sempre contestato di non avere spina dorsale e cavalcare l’onda del momento, passando dagli esordi ‘panterosi’ e più thrash, al nu metal, al groove metal, inseguendo non si sa cosa, quando sarebbe bastato semplicemente continuare ad essere se stessi e suonare sano e genuino thrash metal.
Con questa premessa capirete che non è facile accogliere questo nuovo EP senza storcere un po’ il naso per l’ennesimo cambio di rotta, guarda caso proprio in questi anni in cui il thrash metal, quello vero e scarno, è tornato così tanto in auge. Tirare fuori un EP nel quale si vanno a registrare brani scritti nel periodo ‘87/‘90, subito dopo l’uscita dell’altro EP “
We fucking care”, quindi quando la band ancora suonava thrash senza contaminazioni, dopo che nei precedenti album
Massara e company avevano provato ad evolversi, può essere per molti un’involuzione, per altri una mossa paracula per cavalcare l’onda del thrash revival. “
Pound for pound” aveva già in parte segnato un ritorno alle origini, ma il tutto comunque condito con un sound al passo coi tempi e in linea con quanto proposto negli album che lo avevano preceduto, discorso poi non del tutto riuscito nel successivo “
The seed of foolishness”. Tutt’altro discorso, però, per questo “
The old school EP”, per cui io direi che bisogna decidere come approcciarsi a quest’uscita.
Se la cosa è un semplice divertissement a me sta benissimo, in fondo si tratta di un EP nel quale la band vuole divertirsi riscoprendo le proprie origini, e stop, finisce lì, in attesa del nuovo album. Se si tratta di pura mossa commerciale dettata dai motivi di cui sopra, allora mi sta decisamente meno bene. Visto che io però non sto nelle testa di
Tommy e
GL, e quindi non so quali siano state le loro reali intenzioni, mi limiterò a parlare dell’aspetto puramente musicale, e qui non ci sono cazzi, l’EP spacca il culo! I pezzi proposti sono cinque, di cui la sola “
Life” è già stata pubblicata in precedenza sull’esordio “
Tension at the seems”. “
Tribal scream”, “
Child abuse” e la strumentale “
M.A.S.S.A.C.R.O.” provengono da un paio di demo tape del periodo ‘89/’90, mentre “
Carcasses”, pur essendo stata suonata molte volte dal vivo, non era mai stata registrata ufficialmente. Tutti e cinque i brani sono stati registrati da zero ai Fear Studios di Alfonsine (Ravenna), e salvo qualche piccolo nuovo arrangiamento qua e là non è stata snaturata la versione originale degli anni ’80.
Che dire, cinque bordate che mescolano alla perfezione il thrash metal senza compromessi e l’hardcore più puro e duro, in una miscela devastante. Se penso che questi brani potevano essere registrati subito dopo “
We fucking care” mi piange il cuore perché per tutti questi anni ci siamo persi delle chicche veramente notevoli. Ma si sa, quelli erano anni ancora bui per la scena metal tricolore e le cose sono andate come sono andate, l’importante ora è essere riusciti a recuperarli. Ad arricchire la release, due brani live: la già citata “
Life”, e “
Ace of spades”, con il quale già da diversi anni la band conclude i propri show dal vivo.
Tornando al discorso iniziale: opportunismo? involuzione? ‘paraculismo’? non lo so e manco me ne importa, se alla fine la musica è così di alto livello come in questo caso. Bisognerà aspettare il prossimo full length (si spera non tra altri 3-4 anni… i tempi dei nostri sono sempre stati molto dilatati) per capire davvero cosa è successo in casa
Extrema. Per ora godo di questo EP, è in fondo quello che avrei sempre voluto continuare a sentire da
Tommy e la sua combriccola!