Non è stato così immediato riconoscere nei Soulblaze la reincarnazione dei Soul Blades, band ligure di cui diversi anni fa (nella preistoria di Eutk... prima ancora di diventare Metal.it, quando sotto la guida di Estizi era appena nato Holy Metal) recensii il demo "Killing Flames". Non è stato comunque facile abbinare le due bands, dopo tanti anni, e non è stata solo l'assonanza dei due monicker o la presenza di Wild Steel (all'epoca aveva adottato il nick Daylight), ad aiutarmi, infatti, la scintilla è nata all'ascolto della conclusiva "The Lasting Light", in origine "Dark Light". Questo è (ed era!) davvero un gran bel pezzo: "introdotto in maniera molto delicata... si muove lento e direi sofferto, e lontano dall'essere una canonica ballad si rivela un brano composto ed arrangiato con cura", così come gli altri 3 pezzi del vecchio demo che ora sono stati tutti recuperati: "Time", "Winged Heart" (ben articolata e con delle apprezzabili chitarre acustiche) e "Killing Flames". Anche i rimanenti brani sono comunque all'altezza, un power speed vario che richiama le sonorità speedy che negli anni '80 fecero scintille oltreoceano (Savage Grace, Crimson Glory ed Agent Steel) unite al tocco power/melodico che ha caratterizzato per diversi anni la scena metal italiana. Tutto questo è evidente sin dalla sparatissima opener "Resurrection" e dalla successiva, ed altrettanto veloce, "Fire Of Hate". Ma non mancano nemmeno momenti melodici, come nel caso delle già citate "The Lasting Light" e dell'acustica "End Of Season".
A mio parere, su quest'album, Wild Steel offre la sua miglior performance di sempre, sia rispetto ai lavori con gli Shadow of Steel, sia prendendo in esame le diverse partecipazioni (Odyssea, Athlantis), per interpretazione e varietà. Non gli è in ogni caso da meno Cesare Rizzo, con assoli al fulmicotone dove azzecca sempre anche la giusta melodia.
La produzione è stata curata da uno che di questo genere conosce oramai ogni sfumatura, Frank Andiver, presso gli Zenith Studios, e la resa, sebbene non eccellente, è sicuramente più che buona, mentre si poteva (e doveva!) fare qualcosa di meglio per la copertina.
Certo che dopo tanti anni, meritavano davvero questa chance... peccato solo che il loro debutto arrivi fuori tempo massimo.
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