Sul
Pino Scotto "personaggio" si potrebbero dire tante cose (e a onor del vero ne sono state dette pure troppe) ma sul
Pino Scotto "autore" non c'è davvero niente da dire se non che è tra i pochissimi professionisti (se non l'unico) in grado di fare hard rock cantato in Italiano.
"Live For A Dream" tributa la sua carriera dalle origini (1979 per la precisione) ai giorni nostri (rappresentati dai due inediti
"Don't Touch The Kids", incentrata sugli abusi sui bambini, e
"The Eagle Scream", dedicata allo scomparso Lemmy) e vanta la partecipazione di numerosissimi guest, da
Stef Burns ad
Alessandro Del Vecchio (guardate nel box a destra per i dettagli) che mai c'avrebbero messo "la faccia" se non per l'indubbia stazza artistica del napoletano. Per l'occasione i brani sono stati completamente riregistrati "live in studio" senza tralasciare davvero nessuna fase del percorso musicale del cantante, dai Pulsar alla carriera solista.
Un track-by-track sarebbe inutilmente corposo, considerando anche il numero di tracce (18) e la durata complessiva del full-length (73 minuti), ma una cosa è certa: i fan dell'hard rock più "sanguigno" qui troveranno pane per i loro denti, dalle atmosfere purpleiane (
"We Want Live Rok'n'Roll", "Too Young To Die" con uno strepitoso
Roberto Tiranti) alle power-ballad più elaborate (
"Easy Way To Love", in duetto con
Fabio Lione), dagli omaggi agli AC/DC (
"Angus Day", il titolo parla da sè) ai momenti più introspettivi che non ti aspetteresti (
"Gamines", con la voce di
AmbraMarie e il violino di
Valentina Cariulo).
Non voglio banalizzare l'operazione con un voto: se seguite
Pino sapete già cosa vi aspetta e, considerando tutte le iniziative umanitarie in cui il musicista è coinvolto, sarebbe più che consigliato acquistare l'album (pubblicato "di serie" con un DVD a noi non pervenuto). Quindi come concludere? Magari così:
"Vai Jack!"
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