Copertina 5

Info

Genere:Gothic / Dark
Anno di uscita:2016
Durata:48 min.
Etichetta:Scarlet Records

Tracklist

  1. EX-MACHINA
  2. THE SAVIOUR
  3. I HAVE THE SUN
  4. DOLLS
  5. I WILL
  6. THE IMAGE
  7. YOU’RE THE PLAYER
  8. YOUR TRAP
  9. FOOLISH DAISY
  10. SHORT STORIES
  11. A MOTHER

Line up

  • Angela Di Vincenzo: vocals
  • Henrik Klingenberg: keys
  • Andy Menario: guitar
  • Michele Raspanti: bass
  • Sander Zoer: drums

Voto medio utenti

Premesso che: la band e l’etichetta sono italiane quindi meriterebbero tutto il supporto necessario da parte di una webzine conterranea; la suddetta band ci propone una copertina vagamente “maiala” e la cosa potrebbe sembrare fuori luogo se non addirittura fuori moda (se mai i seni dovessero passare di moda); le tastiere le suona Henrik Klingenberg dei Sonata Arctica e gli ospiti, comunque, fioccano (Stefan Helleblad dei Within Temptation, Timo Somers dei Delain, Fabio D’Amore dei Serenity); la produzione è di Tue Madsen (The Haunted, Moonspell, Dark Tranquillity); la Gran Bretagna è uscita dall’Unione Europea (scherzi a parte, questa è una gran brutta faccenda, ndr).

Ma stiamo scherzando? Veramente la storica Scarlet Records ci vuole fare credere che questo album è all’altezza del loro catalogo? E, soprattutto, ne sono consapevoli i Secret Rule?

Perdonate il mio disappunto, ma “Machination” (seconda prova del combo romano) è il trionfo del fumo sull’arrosto, composizioni pop metal confezionate nel miglior modo possibile ma sostanzialmente insipide, poco ispirate e, cosa più grave di tutte, “apocalitticamente morbide” (cit. Beppe Grillo) e, proprio per questo motivo, non convincenti.

Angela Di Vincenzo non è una cantante particolarmente dotata, protagonista di una prova che con la tecnologia odierna dovrebbe suonare perfetta ma che stupisce per l’esatto contrario (ho più di una perplessità sia sull’intonazione che sulla precisione ritmica) ma sono bazzecole se rapportate alla pochezza delle composizioni di Andy Menario. Le melodie ficcanti non salvano il pastiche di influenze che vanno dall’elettronica più o meno pronunciata (“Ex-Machina”, “Your Trap”) alle atmosfere di scuola Evanescence (“I Have The Sun”), dal metal tout court (“Dolls”, “I Will”, forse il brano più riuscito del lotto) alle tentazioni gothic/sinfoniche (“The Image”, “A Mother”).

Non ho la sfera di cristallo e di sicuro non posso prevedere quale sarà il futuro del metal tricolore, ma se questa è la direzione verso cui si sta andando credo che sia il caso di correggere con decisione la rotta.
Recensione a cura di Gabriele Marangoni

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