Tarda mattinata di una domenica di fine settembre, sto chattando col Graz quando a un certo punto un lampo illumina la mia mente e la mia giornata.
Diego: "
No scusa, ho scoperto che Tales of Ancient Prophecies non ha una recensione. Posso?".
Gianluca: "
Vai con piacere, non c'è la rece perché il disco non lo mandarono".
Allora, qualche informazione veloce giusto per inquadrare il contesto.
Twilight Force, band svedese di power metal nata nel 2011 e con tre lavori all'attivo:
1) il suddetto
Tales of Ancient Prophecies (2014);
2) il successivo
Heroes of Mighty Magic (2016);
3) il recentissimo (al momento in cui scrivo)
Dawn of The Dragonstar (2019).
Nei primi due canta tale
Chrileon, al secolo
Christian Eriksson, che si separa poi dalla band per confluire nei
Northtale (a loro volta autori di una pregevole opera prima,
Welcome To Paradise, pubblicata sempre nel 2019) e il suo posto dietro il microfono viene preso da
Alessandro Conti.
Detto questo, arriviamo al punto: chi segue e conosce
Gianluca Grazioli ha di certo presente un (sotto)genere a lui carissimo, il becer power; chi o cosa si cela dietro questa etichetta?
Già lo sapete. Dovete saperlo.
Ma se state leggendo questa recensione e per caso ignorate il significato di becer ascoltate Tales of Ancient Prophecies e vedrete la luce.
Poco più di mezzora (36 minuti e qualche spicciolo, per la precisione) di assoluta ignoranza concentrata e compressa dentro i canoni più scontati e riciclati del power di scuola europea: un immaginario che si dipana tra draghi, foreste e spade, una proposta musicale che si basa su assoloni, tastierone, doppia cassona.
E poi manca la voce acuta a completare il quadro, giusto? Infatti c'è.
Però la questione è che qui non parliamo dell'ennesimo clone di
Kiske o
Kotipelto; sui solchi di questo disco si staglia fiero e possente un ragazzone svedese (proprio come lo immaginate: alto, capelli biondi lunghi, occhi azzurri, praticamente Thor) che si spinge in territori vocali mai esplorati prima.
Volete la prova? Il ritornello di
Twilight Horizon.
Io uno che urla in modo così sguaiato e incosciente su quelle tonalità che si alzano in progressione non l'ho mai sentito e credo che mai lo sentirò.
Qualcosa di talmente assurdo da suonare fantasticamente ridicolo (nel thread a loro dedicato sul nostro forum un utente scrisse: "
In confronto Midnight dei Crimson Glory sembra Peter Steele dei Type O Negative").
E poi il tocco di genio in
Fall of Eternal Winter, dove prendono quel ritornello e lo trasformano in assolo.
Ecco in proposito le parole dello stesso Graz nel medesimo thread: "
Autocitazione nel primo disco a due (in realtà tre n.d.r.) brani di distanza ahahaha ma questi sono veramente i migliori del mondo, disco del 2014!!!"
Pensate che stia scherzando? Cercate il video di un qualsiasi loro concerto dell'epoca e capirete come tutto torna.
Un cocktail in cui autoironia, cafonaggine, spontaneità e sfrontatezza si miscelano alla perfezione con gli stilemi del power, genere dal quale i cui veri e più puri amanti non desiderano altro che completa assenza di qualsiasi contaminazione, evoluzione, innovazione.
Tales of Ancient Prophecies rimarrà credo una vetta ineguagliabile; molti, probabilmente, nemmeno ne capiranno la gloriosa magnificenza, ma a noi eletti questo non importa, anzi, diciamoci la verità: in fondo adoriamo sentirci parte di una cerchia ristretta, che comunica tramite segnali in codice e si ritrova talvolta a sgolarsi cantando ritornelli improponibili a petto nudo sul balcone di casa.
Ovviamente brandendo con smisurato orgoglio guerriero un'ascia bipenne.
Recensione a cura di
diego
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