Ha dell'incredibile la coerenza artistica degli
Ewigheim. Attivo da oltre quindici anni, il trio formato da membri di The Vision Bleak e Eisregen continua imperterrito a proporre il suo mix (non originalissimo, diciamolo) di electro/dark rock "cantato" in tedesco (o per meglio dire lo
"sprechgesang" di schoenbergiana memoria) dalle connotazioni eteree dovute ai synth di
Yantit.
La proposta il più delle volte è melodica, dinamica, ben arrangiata ed evocativa (ne è un ottimo esempio l'introduttiva
"Schlafslied"), e in alcuni momenti sembra quasi di sentire dei Sentenced di lingua germanica (
"Himmelsleiter", "Besessen & Entseelt"). Non mancano le divagazioni più mainstream (il pianoforte dal sapore pop un po' fuori luogo di
"Einmal Noch" o la successiva e maggiormente credibile
"Dies Ist Der Preis") così come i brani più martellanti e ritmati (
"Ein Stück Näher", "Des Teufels Schönstes Kind", "Negativ") o gli episodi ibridi a cavallo tra ambient/elettronica e sonorità più prettamente metal (più sbilanciata in favore della prima
"Wir, Der Teufel Und Ich II", più heavy la nona traccia senza titolo). Fa storia a sé la cadenzata
"Mondlied", caratterizzata da ritmi funerei e tastiere inquietanti.
Non mi sento di aggiungere altro. Come capita da molti anni a questa parte, anche stavolta gli
Ewigheim con questo
"Schlaflieder" si portano a casa un bel 7.
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