Copertina 5

Info

Genere:Avantgarde
Anno di uscita:2016
Durata:50 min.
Etichetta:Relapse Records

Tracklist

  1. KINGDA KA
  2. FRUITCAKE
  3. COSMIC WARRIORS GIRTH CURSE
  4. HAND OF GOD
  5. GASSED
  6. THE SPOILER
  7. DEATH RULES
  8. THE SADIST
  9. FATA MORGANA
  10. PEACE IN WAR
  11. PALANTINE

Line up

  • Bruce Lamont: horns, voice, electric piano, synth
  • Dave Witte: drums
  • Aaron Dallison: bass, voice, synth

Voto medio utenti

I Brain Tentacles hanno qualcosa di dadaista nella proposta musicale. Dicono di fare “jazz metallico” (e forse è vero), ma in questo debutto io ci ho sentito molto di quel prog avanguardistico/RIO volutamente spigoloso alla Soft Machine (in alcuni momenti sembra proprio di sentire il sax di Elton Dean) e, perché no, degli Area più intransigenti (anche se, a ben pensarci, non penso che siano mai esistiti degli Area “meno” intransigenti).

La logica delle composizioni di “Brain Tentacles” non è stringente (del resto “tutto è Dada”), prevalgono i brani brevi frutto di “intuizioni” più o meno melodiche (“Fruitcake”, “Hand Of God”, la lenta e psichedelica “Fata Morgana”) o le tracce (poco) cantate dal gusto estremo e malato (“The Spoiler”, “The Sadist”, “Peace In War”) a discapito di quelli lunghi (che, a dirla tutta, sono lunghi per modo dire, come la conclusiva “Palantine”, con una discutibilissima coda parlata/dialogica di matrice “nonsense” dalla durata indubbiamente eccessiva). Fa un po' storia a sé "Gassed", traccia recitata che ha un che di cabarettistico. La performance strumentale è sicuramente sopra la media (i membri del combo non sono degli sprovveduti e hanno un pedigree di tutto rispetto), ma è l’approccio totalmente free a rendere (inutilmente?) pesante l’ascolto.

Se voglio ascoltare del metal “ibrido” con il sax continuo a preferire gli Shining di Jørgen Munkeby, se voglio ascoltare del jazz-rock probabilmente mi butto sulla Mahavishnu Orchestra o sui Return To Forever, se voglio ascoltare della fusion grintosa e “autoironica” i The Aristocrats non hanno rivali. Purtroppo a scuola mi hanno insegnato che “Dada non significa nulla”. Che delusione.
Recensione a cura di Gabriele Marangoni

Ultime opinioni dei lettori

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 12 ott 2016 alle 22:30

Ah ecco, mi sembrava strano averla fatta franca :P scherzi a parte, sul web girano molte recensioni positive, io c'ho provato in tutti i modi a trovare del buono in questo disco senza successo.. a questo punto servirebbe una seconda recensione.. se ti va ;)

Inserito il 12 ott 2016 alle 19:08

giudizio a mio avviso eccessivamente severo, trovo il disco davvero godibile e non ravviso questo approccio free senza senso..

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