Recensire un lavoro come "
Better Ash Than Dust" è qualcosa che mi rimette al mondo, in pace con me stesso e con il mondo del metal, sempre più deturpato proprio dal suo interno.
La band californiana è l'esempio vivente che SI PUO' (e si deve, aggiungo io) suonare e miscelare alla perfezione hardcore, punk e metalcore in maniera convincente, aggressiva, arrabbiata ed allo stesso tempo inserire melodia non sputtanata e banale all'interno di brani rocciosi e deflagranti, come loro sono riusciti a fare con maestria all'interno dell'EP in oggetto.
Gli
Stick to Your Guns sono a dir poco eclettici, riescono ad essere diversi ma sempre fedeli alla propria identità in ognuno dei cinque brani di "Better Ash Than Dust", quando più squisitamente hardcore old-school, quando più moderni e metalcore nel senso in cui lo intendiamo oggi, quando più veloci e quando più ritmati, ma sempre maledettamente feroci, complice se vogliamo l'appesantimento in direzione strettamente metal che la band ha voluto compiere durante la registrazione di questo lavoro.
La band è un meccanismo perfetto sulla quale la ciliegina è rappresentata dalla furia di
Jesse Barnett, un frontman che sa urlarti in faccia tutto il disagio, ma che sa interpretare magnificamente anche i momenti più calmi e sperimentali, ma di questi parleremo più avanti.
La titletrack, posta in apertura, e la seguente "
Universal Language" sembrano uscire direttamente dal rifferama di una band thrash metal dei bei tempi, mentre "
No Tolerance", di cui vedete il video in calce alla recensione, è quel massacro punkcore metallico che tutti noi dovremmo sperimentare almeno una volta dal vivo, all'interno del mosh più intenso e furioso che si possa concepire.
Attivissimi dal punto di vista sociale e politico (non ho i testi sottomano ma in piena campagna elettorale delle presidenziali USA non dubito minimamente che gli Stick to Your Guns abbian a dir poco espresso le proprie denunce...), "
The Neverending Story" mostra un lato più melodico e catchy nel chorus, per poi riprendere a picchiare duro nelle ritmiche come non mai, fino a giungere alla più sperimentale e conclusiva "
The Suspend", disperato e malinconico grido di rabbia che forse lascia intravedere una sorta di rassegnazione, ben delineata dalle remissive clean vocals su cui le chitarre di
Chris Rawson e
Josh James prima martellano ipnoticamente e poi disegnano un assolo triste e sognante su cui Barnett incornicia una prestazione maiuscola, impressionante.
Una conferma per una band sincera e scomoda come quella degli
Stick to Your Guns, probabilmente ancor più a noi graditi data la virata squisitamente metal ed aggressiva che hanno voluto conferire a "
Better Ash Than Dust", un EP che finalmente da' un senso alla musica metal/hardcore ed al termine "EP" stesso, troppe volte negli ultimi anni rivelatisi bieche ed inutili operazioni commerciali.
Assolutamente da avere.
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