Faccio fatica a inquadrare questo
“Eye Of The Soundscape” all’interno della discografia (quasi) inattaccabile dei
Riverside. I cento e passa minuti di questo doppio CD raccolgono in un unico album tracce già edite come materiale bonus di
“Shrine Of New Generation Slaves” e
“Love, Fear And The Time Machine”, due brani usciti solo in Polonia (il remix di
“Rapid Eye Movement” e
“Rainbow Trip”) e quattro nuove canzoni che del caratteristico
“Riverside-sound” hanno ben poco.
A cavallo tra i Pink Floyd più sperimentali di
“A Saucerful Of Secrets” e
“Ummagamma”, i Porcupine Tree più lisergici di
“Voyage 34” e
“The Sky Moves Sideways” e certa elettronica tedesca recente (penso ai Tangerine Dream della trilogia dantesca), i brani di questo full-length scorrono faticosamente (la durata media dei brani è piuttosto elevata) provocando, purtroppo, più di uno sbadiglio.
Per quanto appassionati, i suoni di
Duda e soci non sono all’altezza dei nomi sopraccitati e risultano, oltre che non del tutto credibili, sempre e comunque “freddi” e troppo proiettati alle orecchie del rocker (che di certa musica, forse, non sa che farsene).
A che
pro tutto questo? Per commemorare il compianto
Piotr Grudziński? Mah, non è che in queste registrazioni le chitarre brillino per originalità o siano particolarmente ispirate. Per mostrarci il lato più ambient del leader (ormai incontrastato)
Mariusz Duda? Dubito, per quello ha creato un progetto
ad hoc chiamato
Lunatic Soul. Si insinua allora il dubbio dell’operazione vagamente opportunistica e nostalgica, cosa molto poco da
InsideOut Music, motivo per il quale decido di non dare credito a quest’ultima ipotesi limitandomi a lasciare la recensione senza voto. In fondo si tratta sempre di una compilation, no? Che tra l’altro ha l’ennesima bella copertina ad opera di
Travis Smith.
Per me i
Riverside sono altra cosa. Attendiamo sviluppi…
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