Copertina SV

Info

Genere:Prog Rock
Anno di uscita:2016
Durata:103 min.
Etichetta:InsideOut Music

Tracklist

  1. WHERE THE RIVER FLOWS
  2. SHINE
  3. RAPID EYE MOVEMENT (2016 MIX)
  4. NIGHT SESSION – PART ONE
  5. NIGHT SESSION – PART TWO
  6. SLEEPWALKERS
  7. RAINBOW TRIP (2016 MIX)
  8. HEAVENLAND
  9. RETURN
  10. AETHER
  11. MACHINES
  12. PROMISE
  13. EYE OF THE SOUNDSCAPE

Line up

  • Mariusz Duda : vocals, bass guitar, acoustic guitar
  • Piotr Grudziński: guitars
  • Piotr Kozieradzki: drums
  • Michał Łapaj: keyboards

Voto medio utenti

Faccio fatica a inquadrare questo “Eye Of The Soundscape” all’interno della discografia (quasi) inattaccabile dei Riverside. I cento e passa minuti di questo doppio CD raccolgono in un unico album tracce già edite come materiale bonus di “Shrine Of New Generation Slaves” e “Love, Fear And The Time Machine”, due brani usciti solo in Polonia (il remix di “Rapid Eye Movement” e “Rainbow Trip”) e quattro nuove canzoni che del caratteristico “Riverside-sound” hanno ben poco.

A cavallo tra i Pink Floyd più sperimentali di “A Saucerful Of Secrets” e “Ummagamma”, i Porcupine Tree più lisergici di “Voyage 34” e “The Sky Moves Sideways” e certa elettronica tedesca recente (penso ai Tangerine Dream della trilogia dantesca), i brani di questo full-length scorrono faticosamente (la durata media dei brani è piuttosto elevata) provocando, purtroppo, più di uno sbadiglio.

Per quanto appassionati, i suoni di Duda e soci non sono all’altezza dei nomi sopraccitati e risultano, oltre che non del tutto credibili, sempre e comunque “freddi” e troppo proiettati alle orecchie del rocker (che di certa musica, forse, non sa che farsene).

A che pro tutto questo? Per commemorare il compianto Piotr Grudziński? Mah, non è che in queste registrazioni le chitarre brillino per originalità o siano particolarmente ispirate. Per mostrarci il lato più ambient del leader (ormai incontrastato) Mariusz Duda? Dubito, per quello ha creato un progetto ad hoc chiamato Lunatic Soul. Si insinua allora il dubbio dell’operazione vagamente opportunistica e nostalgica, cosa molto poco da InsideOut Music, motivo per il quale decido di non dare credito a quest’ultima ipotesi limitandomi a lasciare la recensione senza voto. In fondo si tratta sempre di una compilation, no? Che tra l’altro ha l’ennesima bella copertina ad opera di Travis Smith.

Per me i Riverside sono altra cosa. Attendiamo sviluppi…
Recensione a cura di Gabriele Marangoni

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