Ho rispolverato la recensione del debutto dei Midnight Eternal per avere un ipotetico termine di paragone con questo
“The Last Goodbye” (sempre di esordio di una band di metal sinfonico "female-fronted" proveniente dagli Stati Uniti stiamo parlando). E ho concluso che all’epoca sono stato davvero troppo clemente…
Cosa dovrebbe differenziare la proposta dei
Thy Shade dai vari Epica, Within Temptation, Nightwish, e chi più ne ha più ne metta? Una predilezione per le riletture dei brani classici (
“Adagio”, “O Divine Redeemer”, “Inneggiamo” sono a dir poco pacchiane)? I corposi intrecci vocali di scuola Therion (penso ai cori di
“Change” o di
“Dies Irae”)? O forse la scrittura totalmente anonima (
"Fantasy" e
"Final Chapter" sembrano "scarti degli scarti" degli Helloween la prima e degli Stratovarius la seconda) a cura del mastermind del progetto
Mane Cabrales? Non saprei.
Messa giù così si potrebbe pensare che l’album avrebbe una sua ragion d'essere sì e no utilizzato come sottobicchiere, ma di fatto gli undici brani, banalità a parte, scorrono in maniera tanto rapida (44 minuti di musica) quanto indolore. Il misurato equilibrio di
“The Last Goodbye” o la disneyana
“Bring The Light Back” comunque non bastano a risollevare le sorti dell’ennesimo disco dell’ennesima power/gothic/heavy/symphonic/esticazzi/female-fronted band.
Ma qualcuno mi spiega per chi li continuano a fare ‘sti dischi? Boh.
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