Copertina 7

Info

Anno di uscita:2005
Durata:61 min.
Etichetta:Escape
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. OPEN YOUR EYES
  2. LIGHTS OUT
  3. BEST FRIEND'S LOVER
  4. WHAT YOU GET
  5. ALWAYS ON MY MIND
  6. ON YOUR OWN
  7. CRAZY
  8. ALL ABOUT YOU
  9. ONLY SEE YOU THERE
  10. TOO LATE
  11. ROCKET
  12. LIGHTS OUT (RADIO VERSION)
  13. ALWAYS ON MY MIND (RADIO VERSION)

Line up

  • Mani Gruber: vocals
  • Jochen Mayer: bass
  • Peter Diezel: guitars
  • Alex Hoetzinger: drums

Voto medio utenti

Piuttosto allettante questo "Serenity", terza prova discografica per i teutonici BoysVoice, tutt'altro che sprovveduti del music biz, avendo licenziato negli anni novanta, per l'appunto, ben altri due album (l'omonimo del 1990 e "Dirty talks" del 1993).
Il disco appare fresco e spumeggiante e "disseterà" i Vostri apparati uditivi, così come la Vostra bevanda preferita è in grado di contrastare la sete tipica di una giornata d'intensa canicola estiva.
Nulla di particolarmente sconcertante è presente nella proposta dei nostri, ma una buona dose di personalità nel rivolgersi in prevalenza a quel classico rock melodico "metallizzato" alemanno, scaturito come conseguenza della scena statunitense degli eighties ed interpretato con gusto "mitteleuropeo", capace di creare un vero e proprio trademark così abilmente rappresentato dai compatrioti Bonfire, Casanova (band con la quale il bassista Jochen Mayer ha collaborato durante il periodo d'inattività dei BoysVoice) e Jaded Heart ed affidando, in contemporanea, l'apporto d'originalità ad un tocco abbastanza significativo di quel flavour di modern-pop (The Rasmus??) molto apprezzato dall'attuale mercato musicale.
Convinzione e decisione non difettano tra i bit di questo Cd, costantemente in bilico tra potenza ed orecchiabilità, melodia e grinta, chorus costruiti con perizia, suggestioni blues ed una certa attenzione a sonorità maggiormente "attualizzate".
Si parte con la bella "Open your eyes", dove appare chiaro che la lezione americana, potremo dire tra Dokken e primo Bon Jovi, è stata perfettamente metabolizzata ed interiorizzata dai nostri in un brano decisamente godibile e si passa alla scintillante trama pop-ish di "Lights out", capace d'insinuarsi subdolamente nel cervello, in virtù di un'apparente semplicità assolutamente vincente.
"Best friend's lover" s'inoltra nel territorio hard-funky e lo fa ancora una volta con una forza rilevante edificata attorno ad un songwriting sapiente, "What you get" è un brillante brano rock vagamente punkeggiante, dalle ottime prospettive commerciali, con chitarre incalzanti e l'eccellente ugola del singer Mani Gruber a sfoggiare tutta la gamma delle proprie notevoli prerogative interpretative.
Stesse potenzialità anche in "Always on my mind" caratterizzata da un magnifico refrain, con "On your own" ritornano gli impasti e le atmosfere Bon Jovi-ane, "Crazy" (in cui il timbro Gruber viene colto da alcuni attacchi di "Meine-ite") affronta il tema blues n' boogie in versione light con buoni risultati, "All about you" è un hard-rock anthem dai connotati bluesy, che s'addolcisce nella strofa per esplodere in un classico coro a "pieni polmoni" e background hard-blues anche per la magistrale "Only see you here", con le linee vocali "psichedeliche" e costruzioni armoniche quasi sixties.
"Too late" è un altro hard-melodic up-tempo discretamente efficace, mentre "Rocket" rappresenta un singolare ibrido tra hard rock, melodie volubili e breaks "spaziali".
C'è ancora spazio per gli adattamenti "radiofonici" di "Lights out" e "Always on my mind" a conferma delle speranze d'appeal media-friendly riposte in queste due canzoni effettivamente ancora più catchy in tali trasposizioni leggermente edulcorate.
Class rock tedesco e qualche digressione di mainstream power pop s'incontrano alla perfezione in questo platter veramente gustoso, ottimamente suonato e adeguatamente prodotto, che sono certo sarà in grado di allietare per parecchio tempo i fans indirizzati a questi generi, se solo vorranno concedere la possibilità alla "voce dei ragazzi" di farsi sentire con rinnovato vigore tramite i diffusori del proprio impianto stereofonico.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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