Il progetto
Eternal Idol aveva suscitato talmente tanta curiosità da indurci già il mese scorso a contattare
Camillo Colleluori per parlare di questa nuova promessa del metal melodico “made in Italy” (potete leggere l’intervista
qui).
Nonostante le varie anticipazioni di
Frontiers attraverso YouTube, le parole del batterista ci avevano lasciato sì con l’acquolina in bocca, ma anche consapevoli del fatto che avremmo dovuto aspettare ancora qualche settimana prima di poter ascoltare
“The Unrevealed Secret” nella sua interezza.
Bene, dopo aver raggiunto il livello di suspense desiderato posso dire che il debutto del combo tricolore è un lavoro assolutamente all’altezza delle aspettative (anzi, pure meglio). L’hard rock/heavy metal dalle tinte sinfoniche/elettroniche dei nostri brilla per l’ottimo intreccio vocale creato da
Giorgia Colleluori (figlia di
Camillo, davvero impressionante) e dal nostro
Fabio “Fabione” Lione, in grado di rielaborare sapientemente la lezione di certo gothic di inizio millennio senza scadere nella banalità o nel già sentito. E proprio qui sta il vero punto di forza della proposta: melodie semplici, ficcanti, immediate ma non per questo scontate.
L’inizio è deciso e senza tanti fronzoli,
“Evil Tears” mette subito in chiaro le doti di
Giorgia che può tranquillamente rivaleggiare alla pari con l’instancabile frontman degli Angra.
“Another Night Comes” alterna momenti da headbanging forsennato ad altri appena sussurrati, e prelude ad
“Awake In Orion”, brano marcatamente Eighties che mi ha ricordato gli Avantasia del periodo
“The Wicked Symphony/Angel Of Babylon”. Non fatevi ingannare dall’incipit acustico alla
Chris DeGarmo,
“Is The Answer Far From God?” è un altro straight-rock efficacissimo impreziosito da un assolo sanguigno di
Nick Savio. Si prosegue con le atmosfere sinistre di
“Blinded” (un po’ Kamelot di
“The Black Halo”), prima dell’elettronica e più mainstream
“Sad Words Unveiled”.
“Desidia” è caratterizzata da incursioni tastieristiche inaspettate (azzeccatissimo il pianoforte processato con il delay), mentre
“Hall Of Sins” spicca per le orchestrazioni più pronunciate.
“Feels Like I’m Dying” mette a sistema sfumature prog e cantati alla
Roy Khan (ricordiamo i trascorsi di
Lione con i Kamelot), e prelude al lento del lotto,
“A Song In The Wind”, a cavallo tra musica sinfonica, elettronica e hard rock.
“Stormy Days” (altro mid-tempo da headbanging) entra a gamba tesa nei territori dance grazie a timbriche osate solo dai Labyrinth di
“No Limits”, portandoci alla conclusiva
“Beyond”, terzinato che chiude il discorso a testa altissima, proprio come era cominciato.
Benvenuti
Eternal Idol, 100 di questi dischi…