Questo è uno schiaffo in faccia.
Uno schiaffo che fa male, quando ti presenta una band che hai IDOLATRATO e che ad un certo punto decide di farti male, tanto male.
Poi si scioglie (giustamente) e quando le bollette diventano inaffrontabili si torna a suonare, peraltro sputando sul passato e sostenendo l'insostenibile, ovvero che i dischi nuovi siano i migliori della discografia.
Eresia totale.
Questo il mio rapporto con i
Pestilence, da band immortale dei primi tre album a ridicola parodia di se' stessa, la reunion più inutile e dannosa di tutto il panorama metal senza dubbio.
Si sa, il radical chic nel metal ha sempre tirato forte, e oggi "
Spheres" viene visto come un semi capolavoro incompreso, un po' come "
Elements" degli
Atheist, fatto sta che quando lo ascoltai per la prima volta quasi venni preso dallo sconforto, dalle lacrime. La mia band era distrutta,
Mameli aveva perso il controllo sulla sua persona e sul suo gruppo, trasformando forse la più grande thrash/death band del momento in una sorta di esperimento progressive jazz fusion imbarazzante: "Spheres" fu un flop di portata clamorosa, alla faccia di tutti i revanchisti che oggi ne tessono le lodi ma che al tempo erano tutti desaparecidos, e sorvolo su quanto hanno fatto successivamente, fino alla versione odierna di un Mameli versione tronista che su facebook si diverte a postare foto in pose alla Costantino Vitaliano: l'essenza dell'anti death metal.
Questo "
Reflections of the Mind" non è altro che la raccolta di brani del periodo "Testimony of the Ancients" e "Spheres" in versione demo.
Sarò breve e perentorio: "Testimony" prendetevelo direttamente originale che è tuttora un capolavoro, "Spheres" merda è e merda sarà per tutta la vita, in qualsiasi salsa venga arrangiato, prodotto o proposto.
Non voglio mai più doverlo riascoltare.
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