La proposta di questi giovanissimi
Misteyes, a cavallo tra Therion, Nightwish e Dimmu Borgir di metà Anni Novanta (produzione inclusa), sembra un po’ troppo “nostalgica”, almeno per le mie orecchie: contrasto tra voce maschile “satanica” e voce femminile “angelica”, approccio gothic/dark, orchestrazioni in evidenza, trigger a cannone, tonnellate di tastiere come se non ci fosse un domani.
La titletrack è a suo modo il brano simbolo di questo lavoro: buon timbro della cantante
Ainwen (un po’
Tarja, un po’
Anneke, un po'
Simone), un “urlatore” un po’ anonimo (tale
Irmin), linee vocali poco incisive, strutture prolisse, frammentarie e probabilmente troppo elaborate. Sulla stessa lunghezza d’onda si muovono tracce quali
“Brains In A Vat”, “The Prey” o
“Destroy Your Past”.
“Lady Loneliness” smorza i toni, ma è anch’essa riuscita a metà: insipida nell’arrangiamento, cerca il riscatto (senza trovarlo) verso la fine con l’ingresso di
Irmin. Dopo undici canzoni non proprio entusiasmanti (apprezzabili comunque le orchestrazioni dal carattere cinematografico di
“A Fragile Balance”), faticosamente arriviamo alla conclusiva
“Winter’s Judgement”, una sorpresa totalmente inaspettata: traccia lunga, sfaccettata ma equilibrata, il riassunto del meglio che questi ragazzi possono fare, un brano che lascia ben sperare per il futuro.
“Creeping Time”, nonostante suoni un po’ acerbo e soffra di una scrittura talvolta “eccessiva”, presenta alcuni tratti che dimostrano una personalità dal potenziale ancora inespresso. Voto d’incoraggiamento: 6,5.
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