Dopo un breve intro di carillon, le note esplodono e parte "
Fast Forward", brano di apertura di questo
The Longed-For Reckoning, secondo full length dei
Fall Of Carthage.
Il gruppo e' fautore di un energico metal ricco di groove che spazia dai Pantera ai Down e agli Slipknot, con ritmiche martellanti, chitarre "a mitraglia", stop & go, accelerazioni e cambi di tempo. Il sound, pur rimanendo ben ancorato entro questi schemi, risulta abbastanza eterogeneo, non ci sono cali di tensione o filler al contrario troviamo soluzioni interessanti con sconfinamenti nel rap con qualche spruzzata di elettronica in "
Puerile Scumbag", velocità tipicamente classic metal in "
Paint It White" e un outro strumentale acustico con uno spoken in "
Tapeworms", una chitarra distorta e sofferta ci accompagna in "
Suffer The Pain" mentre in "
Dust And Dirt" le sferzate metal si uniscono a momenti più rilassati nei quali il pathos interpretativo di Sascha si esprime al meglio. La prova vocale di Sascha e' assolutamente micidiale, con vocals che ricordano un Phil Anselmo più duttile ed una sezione ritmica precisa e devastante specialmente nel drumming. Le chitarre macinano riff saturi e disegnano trame sempre heavy e pesanti ma spesso accompagnate da aperture acustiche che fungono da trampolino di lancio per le successive sferzate, insomma il prodotto risulta fresco, energico e i Fall Of Carthage dimostrano di non essere affatto un side-project di Arkadius Antonik (SuidAkrA, Realms Of Odoric) e Martin Buchwalter (Perzonal War), al contrario una macchina da guerra che non farà prigionieri
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