I
Fen si sono ritagliati uno spazio "tutto loro" all'interno della scena estrema internazionale con il loro (ardito) mix di black metal, doom, prog rock e tante altre cose. Non mi hanno mai convinto al 100% (troppo "morbidi" per considerarli metal senza "se" e senza "ma", troppo "arrabbiati" per poter piacere a chiunque) ma, nonostante abbiano avuto meno fortuna di altre realtà complessivamente affini (penso agli Opeth, indubbiamente più dotati e comunque con una "marcia in più" rispetto a tanti altri competitor), ne ho sempre apprezzato la ricerca e l'ambizione.
Questo
"Winter" riparte volutamente dall'esordio
"Ancient Sorrow", EP che ormai dieci anni fa indicò con chiarezza le coordinate del cammino quasi pioneristico del trio inglese. L'attacco post e ipnotico di
"Pathway" sfocia al terzo minuto in un assalto diretto e roccioso di matrice prettamente metal, prima di concedersi divagazioni doom, black "tout court" e momenti più lisergici (vedi la coda). Il basso pulsante e gli arpeggi chitarristici di
"Penance" vengono annientati dallo scream disperato di The Watcher e dal blast-beat di Heavenless, con alcuni echi alternative ben riconoscibili anche nella successiva
"Fear", più vicina ai canoni black/death.
"Internment" è un terzinato in crescendo che ha qualcosa del prog classico più accessibile, grazie anche agli interventi puliti di The Watcher, e si distingue per il finale rallentato molto suggestivo.
"Death" è un brano più tradizionale, con elementi heavy e melodici che suonano sinistri e affilati; il finale ambient determina l'incipit di
"Sight", inaspettatamente avvolgente e sognante, cui segue un crossfade sul lungo blast-beat conclusivo.
"Winter" è un disco "pesante" in tutti i sensi, che la band ha pensato come un'unica lunga traccia di 75 minuti, e che risulta sicuramente riuscito.
Get going...
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