Copertina 6

Info

Anno di uscita:2017
Durata:62 min.
Etichetta:Inverse Records

Tracklist

  1. MARSEILLE 1914
  2. THE GREATEST OF CATASTROPHES
  3. THE DIRGE
  4. LEST WE FORGET
  5. MEDIC
  6. BLOW THEM TO HELL
  7. ALTAFJORD
  8. SCHARNHORST
  9. RECLAMING RAVENPOINT
  10. YOU DO NOT KNOW WHAT THE NIGHT MAY BRING
  11. MINOR SECUNDUS
  12. TRAGéDIE
  13. I FEAR FOR TOMORROW
  14. SOMME

Line up

  • Nico Häggblom: vocals
  • Alva Sandström: vocals
  • Björn Johansson: guitar
  • Michael Mikander: guitar
  • Mats Ödahl: bass
  • Mika Paananen: drums

Voto medio utenti

Avevo davvero creduto di trovare molta più sostanza in questo "The Somme", album che sulla carta doveva essere "un punto di non ritorno" dell'industrial metal più contaminato.

Ammesso e non concesso che di industrial in questo disco c'è poco o niente (forse giusto il look dei Nighon), la formazione finlandese ricorda sì a momenti i padri putativi del genere (Rammstein per gli sprovveduti) ma è molto più facile accostare la proposta del sestetto al black metal sinfonico di Dimmu Borgir e simili.

Dopo l'inquietante, minimale e cinematografica ouverture ("Marseille 1914"), l'attacco di "The Greatest Of Catastrophes" fa davvero venire l'acquolina in bocca, con il suo pregevole equilibrio di sonorità derivate dalle band di cui sopra. Ma ecco sopraggiungere l'improponibile ritornello cantato da Alva a rovinare tutto, tanto scontato quanto fuori luogo. "The Dirge" è modern metal più canonico (un po' Gemini Syndrome, un po' Subliminal Fear) ma si perde nel finale in fade, prima dell'affine "Lest We Forget", dal ritornello molto più zuccheroso. Il superfluo interludio "Medic" (primo di tanti e parimenti superflui) sfocia nella credibile "Blow Them To Hell" che sembra presa direttamente da "Abrahadabra" (sì, quell'album che è piaciuto solo a me). Altro interludio ("Altafjord") ed è la volta della prolissa "Scharnhorst", con Alva nuovamente impegnata a rompere le uova nel paniere al nervoso e convincente Nico. "Reclaming Ravenpoint" è meno pretenziosa, e per questo più riuscita, e anticipa il terzo interludio (ebbasta) del full-length, l'orrorifica "You Do Not Know...". Il riff di "Minor Secundus" è promettente, ma pochi secondi ci separano dall'ennesimo ritornello diabetico. "Tragédie" presenta gli stessi pregi e difetti di "Blow..." e anticipa l'enigmatica titletrack dove cornamuse battagliere alla "Braveheart" cercano di travestire da power ballad un anonimo brano pop. Boh.

Assoli non pervenuti (e quando pervenuti, modestissimi), "The Somme" ha dalla sua giusto un'ottima produzione a cura di Fredrik Nordström (Hammerfall, Powerwolf, Opeth, ecc.), e tanto basta per strappare una risicatissima sufficienza.

Peccato, ci avevo sperato.

Recensione a cura di Gabriele Marangoni

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