I finlandesi House of Mirrors propongono una sorta di pomp rock suonato con passione e impreziosito da una notevole tecnica strumentale, cosa evidente soprattutto nei soli di chitarra e tastiera, dal chiaro gusto neoclassico. Peccato solo che la proposta della band sia decisamente priva di originalità e che i brani, gradevoli per carità, manchino di quel tocco in più che avrebbe potuto elevarli al di sopra di una mediocrità che pare invece essere la destinazione finale di questo “Desolation”.
Canzoni come la title track o “Fallen leaf” non sono male, con i loro riffs rocciosi, il loro incedere incalzante e i loro ritornelli di facile presa. Peccato solo che essi non decollino mai, e che il cantato si mantenga al di sotto del livello medio degli strumentisti. Non sono rari i momenti in cui l’assenza di estensione vocale e di intensità di interpretazione rovina non poco tracce che sarebbero risultate altrimenti interessanti.
Alla fine il pezzo migliore risulta essere “Broken soul”, con le sue melodie vagamente arabeggianti nella strofa e quel feeling epico che ricorda certe cose dei Domain. Da buttare invece la ballad “Where are you know”, che sembra disegnata apposta per essere una brutta copia degli hit radiofonici che spopolavano in America negli eighties: almeno quelli avevano una loro dignità!
In conclusione, pur essendoci delle buone idee, non possiamo promuovere questo lavoro degli House of Mirrors (che per la cronaca è il loro secondo, dopo “Night flight to Paradise” di un paio di anni fa). Forse i fanatici del genere potranno trovarvi un motivo di interesse, noi francamente preferiamo indirizzarci altrove…
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