Quarta release per Antoine Fafard e i suoi Spaced Out, trio canadese attivo ormai da qualche anno. La proposta musicale di Fafard e soci ruota tutta intorno al basso di Antonie, vera colonna portante di un discorso sonoro che poco esula dalla targhetta “solo per intenditori”: la proposta è infatti un heavy rock molto(issimo) influenzato da fusion, jazz e da un tecnicismo a volte fine a se stesso, a volte piacevole e fruibile. I dieci brani che compongono questo “Unstable Matter” sono permeati, come peraltro il booklet e le precedenti uscite, da un’atmosfera molto sci-fi, molto à la Ayreon per intenderci; qui, però, il sound è totalmente sbilanciato verso la mera esecuzione, fatto salvo il valore assoluto della perizia al basso di monsieur Fafard, e gli arrangiamenti che non disdegnano incursioni elettroniche e samples ‘lunari’.
Un disco, insomma, interamente strumentale, dove rock, metal, fusion o quant’altro diventano una scusa per un’esibizione di stile e classe, argomenti che peraltro non mancano a nessuno dei tre virtuosi esecutori. Ma è decisamente un lavoro per intenditori o amanti della tecnica strumentale; in questo caso, la forma canzone è decisamente una scusa per avere un inizio e una fine in ogni brano. Complimenti comunque ad Antoine Fafard, il cui stile mi ricorda molto Alain Caron, e in certe soluzioni forse più il buon Patitucci. Non proprio metal, ma non per questo meno interessante.
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