Ricordo ancora quando ascoltai per la prima volta i
Body Count con pezzi quali “
CopKiller” o “
Evil Dick” ( dall’omonimo debut del 1992) e l’effetto che mi fecero…. La loro musica, i loro testi, politicamente scorretti, dissacranti, provocatori al limite del ridicolo a volte, e l’unica cosa cui bisognava dare atto al buon
Ice T e cioè di essere uno dei pochi realmente contro il sistema ( sono noti i suoi trascorsi in prigione e le sue scorribande contro Polizia e “bianchi” ). Si puo’ essere d’accordo o meno ma la coerenza è roba rara, mentre musicalmente sono sempre stati ampiamente sottovalutati dal mio punto di vista. Intendiamoci, non siamo di fronte a dei geni eppure i Body Count sono tra i pochi ad essere riusciti sempre a veicolare la rabbia in musica al contrario di molti rapper da quattro soldi che frequentano il music business. Ice T ha rappresentato e rappresenta il “crossover incazzato” (come lo definisco io) che unisce metal, rap, hardcore e thrash e questo nuovo lavoro “
Bloodlust” ne rimarca le caratteristiche, impreziosito da collaborazioni più che illustri che dimostrano l’importanza ed il rispetto guadagnati dal combo americano. Abbiamo
Dave Mustaine sul solo di “
Civil War”,
Randall Blythe nella velocissima “
Walk With Me” (un brano alla Slayer) e
Max Cavalera in “
All Love Is Lost”, ma le sorprese non finiscono qui, c’è anche la micidiale doppietta al cardiopalma di
“Raining Blood”/”Post Mortem” introdotta da uno spoken nel quale Ice T spiega quali sono stati i gruppi che lo hanno spinto a suonare Metal e cioè
Black Sabbath (padri del genere),
Suicidal Tendencies (per l'attitudine da gang di strada) e
Slayer (per la velocità e precisione). Cos’altro desiderare da un album di rap-metal ?! Dall'opener "
Civil War", accompagnata da sirene della Polizia, rumori di sommossa, colpi di pistola in poi, troviamo tutti gli elementi che rendono questo disco esplosivo e cioè un songwriting ispirato, una prova strumentale sopra le righe per il genere, una produzione perfetta ma sopratutto passione, rabbia, violenza e la voce di Ice T che alla soglia dei 60 anni riesce ad essere ancora feroce ed evocativa anche nei pezzi piu’ lenti e cadenzati (“
Here I Go Again”, “
This Is Why We Ride”). Ci sono velocità ed accelerazioni alla Slayer, riff e liriche "a mitraglia" alla Suicidal Tendencies, pezzi lenti e pesanti come macigni e l'incazzatura verace dei primi Rage Against The Machine. Inciso nel periodo “Trumpiano”, le liriche sono ancora piu’ pessimistiche ed apocalittiche che mai e trasudano la vera attitudine di un gruppo che con questo ultimo “
Bloodlust” ha raggiunto l’apice della sua creatività.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?