Copertina 6,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2017
Durata:58 min.
Etichetta:Indipendent

Tracklist

  1. LOYAL TO THE NIGHTSKY
  2. TOWARDS THE ABSOLUTE
  3. BURNING IN FORGOTTEN TIMES
  4. CYCLE OF THE ETERNAL WHEEL
  5. WALLACHIAN NIGHT TERROR
  6. ABU SINDI
  7. IMMORTAL QUEEN
  8. T.S.F.T.
  9. SET AFLAME THE PATH TO ZION
  10. NOCTURNAL DEATHSTRIKE
  11. RITUALS IN THE TWILIGHT’S DARKNESS

Line up

  • Michael Semerdjian: drums
  • Narek Avetisian: guitars
  • Gevork Matevosyan: vocals, guitars

Voto medio utenti

Sono Armeni / Americani. Vengono da Los Angeles e suonano metal.
No, non sono i System of a Down, ma si chiamano Highland e "Loyal to the Nightsky" è il loro debut discografico sulla lunga distanza.
Con il celebre gruppo di Serj Tankian, tuttavia, i Nostri non hanno nulla a che fare dal momento che la loro proposta musicale è chiaramente molto più estrema rientrando nei canoni del black metal.
Non un "classico" US black metal, ma un black metal di chiara matrice nord europea, svedese (DIssection) in particolare, sebbene non manchino richiami alla scena norvegese (Immortal).
Gli Highland, ancora senza un contratto discografico, si cimentano in un suono particolarmente violento e freddo, caratterizzato da un riffing monocorde e ricco di dissonanze, da tempi molto spesso scanditi da feroci blast beats e da vocals particolarmente acide ed aggressive.
L'atmosfera creata dal terzetto è sicuramente convincente, soprattutto nei brani in mid tempos come "Abu Sindi" o "Burning in Forgotten Times", epici e possenti, ma la lunghezza eccessiva delle composizioni, una produzione che esalta voce e chitarre penalizzando il resto, ed una certa ripetitività di strutture, fanno si che l'album sia duro da digerire e difficile da ascoltare tutto di un fiato.
Tutto ciò è un peccato perché gli Highland hanno interessanti frecce al loro arco: la loro musica è semplicemente devastante, gelida e senza compromessi, proprio come dovrebbe essere sempre un genere estremo come il black, mentre alcuni intrecci ritmici ed il riffing affilato delle sei corde elementi che testimoniamo una grande padronanza della materia ed una non scontata capacità di non fare prigionieri mantenendo il gusto sia per la forma canzone, sia per la "melodia", elementi di spicco nell'amalgama dei Nostri .
"Loyal to the Nightsky" è, dunque, un lavoro che risente di alcuni fisiologici difetti di un debut, ma è anche un album ricco di idee e di freddo nero, un album, cioè, di quelli in grado di dare linfa alla fiamma nera che, sempre più spesso, invece, sembra andare verso lo spegnimento... e già solo per questo gli Highland sono un gruppo da supportare.
Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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