Underground Symphony sta investendo molte risorse in quello che una volta veniva definito "Christian metal" e che oggi, a mio avviso, è qualcosa di leggermente diverso perché più consapevole e meno "nicchia di mercato". A Natale 2015 abbiamo ascoltato
Enzo And The Glory Ensemble, poi alcuni mesi fa è stata la volta degli
S91 e ora, a cavallo di Pasqua, eccoci al cospetto di questi giovani e promettenti
Choirs Of Veritas.
Davide Scuteri (talentuoso tastierista e mastermind del progetto) ringrazia Dio per il dono della musica con queste dodici tracce di power metal sinfonico ispirate alle band simbolo della Finlandia di fine Anni Novanta (per intenderci Nightwish, Sonata Arctica e Stratovarius).
Dopo la breve
"God First" è la volta di
"Ask Him", song che deve molto alle band di cui sopra in cui fa il suo ingresso il cantante
Davide Schiavi, autore di una prova discreta ma non impressionante per tutta la durata del full-length (mixato dal fido
Larsen Premoli).
"The Searching" spicca per il bel duetto tra
Scuteri e il guest
Dan Logoluso e anticipa
"Thank You", ballad folk/acustica con un altro bel solo del tastierista. Nessuna sorpresa anche nella successiva
"Vanitas Vanitatum", dall'interessante intermezzo organistico, mentre
"Miracles" è un vero e proprio tributo alla band di
Kotipelto (anche nella performance vocale). In
"Religiosity" Eliana Sanna è co-protagonista con
Schiavi di un brano dove è ancora
Scuteri a distinguersi con le sue timbriche più progressive e meno scontate. La riuscita titletrack, dove dense partiture strumentali contrastano con linee melodiche semplici e orecchiabili, sfocia nella meno interessante
"A New Commandment" (i synth di matrice dance non ci stanno un granché), prima della prolissa
"The Passion And The Cross". Il finale è lasciato all'accoppiata
"He Has Come To Forgive"/"Grace": la prima è un'altra piacevole ballad con il pianoforte in primo piano; la seconda è una cover dei Mehida (band dell'ex-Sonata Arctica
Mikko Härkin) che per sonorità e arrangiamenti ci fa fare un tutto negli indimenticati Anni Novanta italiani (penso ai Labyrinth).
"I Am The Way, The Truth And The Life" è uno di quei dischi dove il messaggio "va oltre" la semplice musica. Tanto basta per premiarlo.
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