Se già "Under this Flag” aveva riconnesso i
White Skull al proprio passato, grazie al ritorno in formazione di
Federica De Boni, che - pur rispettando e apprezzando il contributo dato prima da "Gus" Gabarrò e poi da Elisa De Palma - resta e resterà sempre l'unica
White Sister dei
White Skull, il nuovo "
Will of the Strong" completa la missione, riallacciandosi ai lavori che hanno visto esplodere tutto il loro potenziale: "Tales from the North" e "Public Glory, Secret Agony".
Lasciata scorrere via l'intro di routine, è subito "
Holy Warrior" a rompere gli indugi, doppia cassa a manetta e pulsazioni epiche e battagliere, con i
White Skull immediatamente riconoscibili, e non potrebbe essere altro con il ritorno dietro al microfono della
De Boni, e della costante presenza delle due colonne del gruppo, l'inossidabile
Tony Fontò e il tellurico
Alex Mantiero. "
Grace O' Malley", con un grande prova vocale e un refrain davvero azzeccato, è in grado (beh.. quasi) di rievocare i fasti della immortale "Asgard, ad ogni modo un brano che assieme alla più ruvida titletrack e poi a "
Metal Indian" (pur nella sua inedita ambientazione western), mostra un flavour maideniano più accentuato rispetto al passato dei
White Skull, che oltre ai tre membri originali oggi presentano
Danilo Bar alla chitarra (comunque nel gruppo ormai dal 2004), il bassista
Jo Raddi (già dal 2007) e alle tastiere
Alexandros Muscio, che vi è entrato a far parte solo dall'anno scorso, ma che appare perfettamente integrato nel tessuto musicale e in grado di dire la sua, visto lo spazio e l'importanza data alle orchestrazioni nel corso dell'album, come ben testimonia l'anthemica "
Lady of Hope. "
Sacrifice" ha un avvio inconsueto, voce sofferta accompagnata da chitarra acustica per prendere poi toni più elettrico con la solista di (almeno credo... ) di
Danilo Bar a ritagliarsi la scena e se "
Lay Over" già dalle prime battute si svela come un ruvido e corale episodio powereggiante che guarda spassionatamente al momento d'oro del genere, la conclusiva "
Warrior Spirit" prova rivaleggiare con la titletrack e "
Hope Has Wings" per il ruolo del pezzo più Power & Speed del lotto.
"
Will of the Strong" è il decimo lavoro per i
White Skull, che negli anni hanno sempre dimostrato una forza e una coerenza invidiabile, e li vede confermarsi come una delle delle migliori espressioni del Metal Made in Italy.
Forza.. Volontà... Capacità... Passione.
Metal.it
What else?