"I
Lectern sono quattro adoratori di satana romani che, senza dar sfoggio di tecnica, hanno concepito un disco di old school death metal registrato benissimo e che aspetta solo i nostalgici del malevolo verbo per poter sprigionare la sua potenza."
Potremmo chiuderla qui, ma anche no.
Attivi dal '99, morti e risorti sotto diverse forme nel corso degli anni, I Lectern arrivano alla pubblicazione del loro secondo disco che si presenta con una copertina che già dice molto di quello che troveremo all'interno. Un logo ispirato ai vecchi Hypocrisy, riferimenti demoniaci ed un tratto molto somigliante a quello del maestro
Dan Seagrave, tutto punta verso un'unica direzione: old school death metal. I quaranta minuti del disco sono un festival di Obituary, Deicide, Morbid Angel Hypocrisy, Entombed... e continuate pure aggiungendo nomi di band della scena a caso, tra l'89 e il '95, soprattutto della Florida ma anche qualcosa di svedese.
La passione di questi sfrontati ragazzi per questo tipo di musica è evidente e trasuda nelle loro canzoni composte in modo grezzo, rustico, fisico, rendendole delle vere bastonate. Il loro death metal si è fatto molto più ruvido, intenso e basilare rispetto al disco precedente, dove eccessivi cambi di riff, di ritmo ed il "voler strafare" portavano spesso la band ad impantanarsi perdendo la retta via per concepire buone canzoni. Su "
Precept of Delator" il fetido e il maligno regnano su tutto. La band ha deciso di scegliere un suono di chitarra più svedese e "motosegoso", piuttosto che quello compresso o super distorto della stagione dorata del Morrisound, per comporre belle canzoni basate sui riff (anche se non ce ne sono di memorabili), sull'impatto di una voce dall'oltretomba e squarciate da assoli che fischiano, fatti con "scale a caso" nella miglior tradizione
Kerry King.
Per chi si pulisce la bocca con le maniche, si gratta il culo in pubblico, per chi rutta liberamente, per chi, insomma, non ha buone maniere la musica dei Lectern calza a pennello; fieri esponenti del death metal ruspante.
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