Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2017
Durata:74 min.
Etichetta:Frontiers Music

Tracklist

  1. EYES OF THE WORLD
  2. ALL NIGHT LONG
  3. S.O.S.
  4. STAND IN LINE
  5. GOD BLESSED VIDEO
  6. WILL YOU BE HOME TONIGHT
  7. JET TO JET
  8. NIGHT GAMES
  9. SUFFER ME
  10. DANCER
  11. DESERT SONG
  12. ISLAND IN THE SUN
  13. SINCE YOU BEEN GONE
  14. ASSAULT ATTACK
  15. LOST IN HOLLYWOOD

Line up

  • Graham Bonnet: vocals
  • Beth-Amy Heavenstone: bass
  • Conrado Pesinato: guitars
  • Mark Zonder: drums

Voto medio utenti

Ho sempre avuto un debole per Graham Bonnet, innanzi tutto per le sue innegabili capacità vocali e poi per il coraggio e “l’eccentricità” di un personaggio che in tempi di “settarismi” piuttosto accentuati, non si è mai preoccupato di adeguarsi a modelli estetici dominanti.
Capelli corti, Ray-Ban e un look che lo faceva sembrare una sorta d’interpolazione tra Sonny Crockett e James Dean non gli hanno mai impedito di dimostrare all’integralista mondo dell’hard n’ heavy quanto la sua voce fosse speciale e quanto la sua personalità fosse sufficientemente corazzata da resistere all’impatto con quella smisurata di gente come Michael Schenker e Ritchie Blackmore.
Una carriera di ottimo livello che, oltre a Rainbow e MSG, comprende anche Alcatrazz, Impellitteri e lavori da solista (ma voglio anche ricordare la meteora Blackthorne, sicuramente da rivalutare …) e che viene celebrata in questo godibilissimo live album, registrato al Frontiers Rock Festival del 2016.
Forte di una solida backing band (in cui si segnala la presenza del grande, e qui forse un po’ “sacrificato”, Mark Zonder), il vocalist del Lincolnshire sprigiona tutta la sua classe, trasmette il suo indomabile entusiasmo e ostenta un’ugola in più che buone condizioni di forma, ancora intrisa di pathos e di granulosa pastosità nonostante le settanta primavere che la contraddistinguono.
Con il fattivo contributo del bravo e disinvolto Conrado Pesinato, per nulla “turbato” dal dover sostenere un ruolo parecchio impegnativo (essere all’altezza dei vari Malmsteen, Vai e Impellitteri, per non parlare di Schenker e Blackmore, non è esattamente uno scherzo …), il concerto si snoda tra brani celebri e autentici “classici”, regalando all’astante settantaquattro minuti di puro godimento cardio-uditivo, da consigliare senza la benché minima controindicazione.
Al pubblico dei “cavillatori” (sempre piuttosto nutrito …), consegno qualche piccola perplessità sulla resa sonora complessiva, segnalo un pizzico di difficoltà da parte di Graham nel “prendere” le note più alte e affido la delusione per non veder incluso nella setlist qualche frammento del recente, assai riuscito, “The book” (nel quale, tra l’altro, sono presenti, nel secondo Cd dedicato alla storia del nostro, molti dei pezzi proposti in quest’occasione).
Poco male, in realtà, perché, lo ribadisco, “Live ... here comes the night”, pur senza “sorprendere”, è un albo che emoziona dal primo all’ultimo istante … di quante altre analoghe produzioni discografiche odierne si può dire lo stesso?
Recensione a cura di Marco Aimasso

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