Il chitarrista
Armando De Angelis esordisce con questo
“The Dark Tower”, ambizioso concept album - strutturato come una rock opera - ispirato all’omonima saga di
Stephen King. In questa avventura il compositore non è solo, e viene supportato da
Walter Bosello e
Marilena Diomiaiuti che danno voce ai personaggi del full-length.
Nonostante le premesse, il lavoro è piuttosto originale e non si rifà smaccatamente ai “pesi massimi” del settore come Ayreon o Avantasia. Il sound dei
Mindfar è molto più vicino all’hard rock sinfonico (ma non ricorda
Nikolo Kotzev), a certo heavy metal meno canonico (penso alla “vergine di ferro” più sperimentale), al progressive “di una volta” (italiano in particolare, almeno per le mie orecchie) e a certe sonorità più mainstream di metà Anni Ottanta (scomodo i Toto giusto per “l’universalità” della loro proposta).
L’introduttiva
“The Gunslinger” è una buona cavalcata di hard rock sinfonico con le voci in evidenza come si addice al genere e prelude alla maideniana
“The Drawing Of The Three”, dall’incipit medievaleggiante.
“The Waste Land” spicca per l’ottimo lavoro sui cori e per il talento di Marilena, prima dell’elaborata
“Wizard And Glass”, che all’inizio mi ha ricordato
“Figure Di Cartone” de Le Orme (e mi ha spiazzato con la citazione di
“Over The Rainbow”). La strumentale
“Little Sisters” rievoca gli Uriah Heep di
Ken Hensley, mentre l’irruenza di
“The Story… Pt. 1” sfocia in
“The Wolves”, brano che gioca sul contrasto tra musiche quasi epic/doom e linee vocali morbide e a tratti “zuccherose”. La seconda parte di
“The Story…” suona Eighties in maniera inequivocabile, in totale antitesi con
“Her Song”, 8 minuti sfaccettati e progressivi che però non risultano sempre scorrevoli. La chiusura è affidata alla titletrack, altro episodio lunghissimo (15 minuti) dove ricompare tutto quello che abbiamo sentito finora (orchestrazioni, chitarre heavy, sonorità ottantiane, ecc.), ma ancora senza la fluidità delle tracce più brevi.
L’inizio, complessivamente, promette bene. Auguro ai
Mindfar la continuità necessaria per distinguersi dalla massa di proposte “simili” ma molto più derivative e stucchevoli.
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