Che sorpresa! Ha dell’incredibile, ma questi non sembrano gli stessi
Serious Black di
“Mirrorworld” - full-length piuttosto deludente uscito appena l’anno scorso. Bisogna riconoscere che la band teutonica, dal 2015 a oggi, non si è fermata nemmeno un momento - e si è impegnata tanto sul fronte live quanto su quello discografico (tre album in tre anni sono ritmi davvero encomiabili) - ma questo nuovo
“Magic” proprio non me l’aspettavo.
Il concept - perché di questo si tratta - affronta le vicende di
Mr. Nighmist, personaggio che rivive la sua giovinezza dall’arrivo a Caldwell Town, città infestata da streghe tra cui “l’amore della sua vita”
(segnalo che questo è quello che ho capito io dal “Listener’s Companion” fornito con il promo, ndr).
La scrittura è ispirata (forse grazie anche alla trama avvincente) e permette a ciascuno dei membri del combo di dare il meglio di sé - con il buon
Urban Breed a svettare sui, pur bravi, compagni. Ecco allora alternarsi episodi tipicamente power (l’orecchiabile
“Binary Magic”, la terzinata
“Burn! Witches Burn!”, la spavalda
“Just Kill Me”) ad altri di matrice hard rock/80s (
“Now You’ll Never Know”, “I Can Do Magic”), tracce dal sapore teatrale (la titletrack o l’elegante e conclusiva
“One Final Song”) a misurate concessioni sintetiche che non stonano (
“Lone Ginman Rule”, “Newfound Freedom”). Ci sono poi ottime melodie, e anche gli assoli si distinguono per gusto ed efficacia (il duello chitarre/tastiera di
“Skeletons On Parade” dice tutto), e pazienza per qualche “ruffianata” di troppo (penso a
“Mr. Nightmist” o alle ritmiche maideniane di
“The Witch Of Caldwell Town”).
Attenzione: preciso che in questo disco, musicalmente parlando, non troverete
nulla che non avete già sentito altrove. Ciononostante penso che sia giusto constatare il deciso passo in avanti fatto da
Breed e soci in appena pochi mesi. E premiarlo.
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