Copertina 6

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2018
Durata:48 min.
Etichetta:Massacre Records

Tracklist

  1. FIRST UNDER THE SUN
  2. FALLING DOWN
  3. WASTED TRUST
  4. INTO THE ARENA
  5. PALE-HEARTED
  6. FINAL CALL
  7. THE PURGE
  8. PRIDE STRIKES
  9. AT LEAST I AM
  10. THROUGH THE FIRE

Line up

  • Nick Holleman: vocals
  • Flo Laurin: guitars
  • Manuel Seoane: guitars
  • Alexander Schulz: bass
  • Frederik Ehmke: drums

Voto medio utenti

Nelle loro precedenti uscite i tedeschi Sinbreed avevano sempre lasciato l'impressione di poter fare qualcosa in più e di essere in grado di potersi distinguere dalla massa.
Ed ecco che il loro nuovo e quarto full length - da qui, ovviamente, il titolo del disco "IV" - avrebbe potuto rappresentare il punto di svolta, tuttavia, pur foriero di grandi novità, manca all'appuntamento.
Innanzitutto si segnalano due importanti avvicendamenti in formazione con l'uscita del cantante Herbie Langhans (per lungo tempo nei Seventh Avenue e ora nei Voodoo Circle di Alex Beyrod) e di Marcus Siepen (proprio il chitarrista dei Blind Guardian) sostituiti rispettivamente dell'olandese Nick Holleman (che ha cantato su un paio di dischi dei Vicious Rumors) e del chitarrista spagnolo Manuel Seoane (entrato da poco anche nei Mägo de Oz). Un tocco di internazionalità in più, anche se per la nuova label sono rimasti in terra natia, passando alla Massacre Records. Probabilmente i nuovi innesti hanno anche contribuito a un cambio di sonorità, con i Sinbreed che hanno optato per un approccio all'insegna di un Power Metal più happy e accattivante, lasciando poco spazio ai momenti taglienti, heavy e talvolta e thrashy del passato (che fanno capolino raramente, come nel caso di "At Least I Am"), un cambio di rotta che viene rafforzato dall'approccio vocale di Nick Holleman, meno graffiante e versatile del suo predecessore. Scopriamo così che brani come "Wasted Trust" o "The Purge" devono molto agli Helloween ed Edguy o che altri come l'opener "First Under the Sun", "Pale-Hearted" oppure "Final Call" e "Through the Fire" possono essere accostati rispettivamente ai Gamma Ray e agli Heaven's Gate più catchy, senza però gli stessi risultati, a causa di canzoni sin troppo derivative e a volte leziose.
Inoltre, ecco che i Sinbreed mostrano il fianco anche a livello grafico, con un artwork anonimo e senza particolar appeal.

Non so se "IV" doveva essere l'occasione per un nuovo inizio, nel caso la partenza è ad handicap.



Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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