La copertina “essenziale” del loro esordio e le pochissime informazioni in mio possesso sui
The Nights mi hanno fatto tornare indietro agli anni ottanta / novanta, quando non era insolito bramare per qualche “misteriosa”
new-sensation incensata sulle riviste specializzate, facendo poi una fatica immane per soddisfare la propria insaziabile sete di conoscenza musicale.
Oggi che viviamo nella società dell’informazione non è stato difficile approfondire la questione, scoprendo che si tratta di un gruppo finlandese dal
curriculum abbastanza prestigioso (Tony Mills Band, The Magnificent, Reckless Love, … tra collaborazioni musicali, compositive e produttive), formatosi nel 2015 grazie al proficuo incontro tra il cantante
Sami Hyde e il chitarrista
Ilkka Wirtanen.
Completare la
line-up e attirare l’attenzione della
Frontiers Music sono stati i successivi passi (apparentemente abbastanza agevoli …) di una formazione che con questo “
The nights” dimostra di saper di ammaliare tutti gli estimatori dell’
hard melodico scandinavo, in particolare quelli che prediligono la sua versione più sfarzosa e ampollosa.
Se con tale definizione avete pensato a “gente” come Brother Firetribe e The Magnificent (o a taluni Reckless Love, pure …) non siete andati troppo lontani dalla realtà, senza dimenticare l’influenza “storica” di TNT, Europe, Treat e del
Malmsteen più pragmatico.
Il disco, pur ostentando talvolta un’enfasi un po’ troppo artificiosa e superficiale, è complessivamente piuttosto godibile e testimonia la notevole classe di una formazione in grado di maneggiare la materia con una certa freschezza e disinvoltura, evidente sia nella facilità di scrittura e sia nelle innate capacità interpretative a sua disposizione.
Dopo un paio di brani di “riscaldamento”, grintosi, gradevoli e tuttavia leggermente “ridondanti”, i sensi cominciano ad aguzzarsi veramente grazie alla deliziosa atmosfera “adulta” di “
Juliette”, per poi finire per essere completamente assoggettati da “
I will never stop loving you”, “
In a blink of and eye” e “
Hold on”, un trittico fatto di melodie catalizzanti e di un’euforizzante tensione espressiva.
Si continua con le iridescenti cromature melodrammatiche, un pizzico prolisse, di “
Elegy (You should be here)” e i sussulti emotivi di “
Take me to heaven” e della romantica “
You belong to me tonight”, mentre “
I wanna be your superhero” sconta ancora una volta una magniloquenza un po’ forzata e il crescendo di “
We can rule the world” non riesce ad andare oltre un’infatuazione istantanea ma poco duratura.
A differenza di quanto evocato nella suggestione iniziale, attualmente il rischio maggiore è di trascurare un potenziale importante a causa di una costipazione della “scena” sempre più difficile da gestire da parte di un pubblico forse troppo distratto e frettoloso nelle sue valutazioni … sosteniamo i
The Nights e aiutiamoli a “crescere”, solo così potremo garantire la “continuità” del nostro genere preferito e magari evitare che tra qualche tempo si possa parlare di loro come dell’ennesima
cult-band.
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