Sickhead - Far From My Eyes: Sweet Landscapes of Apocalypse

Copertina 7

Info

Anno di uscita:2005
Durata:53 min.
Etichetta:Loudblast

Tracklist

  1. MESSIAH
  2. ALL INVOLVED
  3. FAR FROM MY EYES
  4. ELEANOR RIGBY
  5. L’ODIO
  6. WHO MUST KNOW
  7. 100 STEPS FROM ME
  8. ZERO
  9. BLINDED BY FEAR
  10. LOCKED
  11. NO GOD’S GRACE
  12. HOLD LOVE
  13. NEUROSIS
  14. NEMESIS (ALMOST PERFECT)

Line up

  • Luca C.: guitar, vocals
  • Luca M.: guitar
  • Cekko: bass
  • Marcolino: drums

Voto medio utenti

“Questo disco non è un manifesto…è la visione di un mondo in decadenza”. Con questa dichiarazione cupa e pessimistica presentano il nuovo lavoro i torinesi Sickhead, formazione che agisce nell’area del modernismo metal derivante dalla proposta di Sepultura, Soulfly e compagnia.
Com’è lecito attendersi l’album vive di un suono pieno di rabbia e violenza, sprigiona atmosfere di nevrotica frustrazione ed urla di straziante dolore, con la band piemontese che si applica con impegno per evitare di cadere nella trappola di schemi troppo abusati e derivativi. Cosa che riesce loro soltanto in parte, infatti a fronte di brani metalcore blindati e claustrofobici come “Far from my eyes”, “Who must know”, “Locked”, certamente validi per impatto e pesantezza ma tutto sommato abbastanza consueti, fanno riscontro episodi dalla struttura più intrigante come l’iniziale “Messiah” o le variazioni articolate di scuola Mastodon “All involved” e “Nemesis” o ancora la bella e ariosa “Hold love” che apre ad interessanti passaggi dilatati. Canzoni che sono un segno del potenziale ancora non interamente espresso dai Sickhead, i quali comunque offrono la sensazione di non avere orizzonti musicali troppo limitati perlomeno se si dà credito all’inaspettata cover di “Eleanor Rigby”, così lontana nel tempo e nello stile dalle radici del gruppo. Traccia estemporanea ma di qualche significato.
Un po’statico invece l’aspetto vocale, impostato sul growl costante, pur se anche qui i Sickhead tentano esperimenti con l’uso del nostro idioma, con effetti positivi in “Zero”. I testi sono ovviamente di carattere realistico-sociale, spaziano dalla denuncia delle tirannie politico-economiche alle indegne condizioni dei pazienti nelle strutture psichiatriche ed argomenti simili.
Nel complesso, pur con qualche chiaroscuro, questo è un’album che non sfigura al confronto con le produzioni internazionali del settore, segnale che le formazioni italiane continuano a fare progressi sostanziali in ogni filone heavy anche se spesso, come nel caso dei Sickhead, senza aggiungere elementi particolarmente innovativi ed originali alla materia.

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