Dario Mollo e
Graham Bonnet … un sodalizio che si rinnova dopo l’esperienza degli Elektric Zoo e che oggi, sotto la denominazione (quasi omonima …)
EZoo sforna questo “
Feeding the beast”, godibile prodotto discografico destinato agli apparati
cardio-uditivi di chi ama trastullarsi quotidianamente con Rainbow, Alcatrazz, Loudness e MSG.
Insomma, l’ennesimo prodotto di qualità di un grande chitarrista (e produttore …) innamorato dei “classici” (ma che ha dimostrato, con i Noize Machine, di saper trattare con profitto anche suoni più
alternativi…), supportato da un fuoriclasse della fonazione modulata internazionale in egregie condizioni di forma nonostante le settanta primavere.
Dopo aver sottolineato l’ennesima ottima prova degli affidabili collaboratori di
Mollo che forniscono il loro prezioso contributo esecutivo all’opera, non resta molto altro da aggiungere su un albo tanto privo di “sorprese” quanto di vere controindicazioni, una dozzina di belle canzoni, suonate in maniera splendida e interpretate con una grinta e una passionalità che tanti
rockers “emergenti” si possono solo sognare.
Un paio di buone
cover dell’immortale
Arcobaleno (“
Eyes of the world” e una particolare versione di “
Since you’ve been gone”) fungono da accessorio “specchietto per le allodole” per un pubblico di appassionati che nel programma potrà in realtà trovare tanti altri frammenti sonici meno “noti” e tuttavia di notevole impatto emotivo.
“
You are your wallet”, “
C’Est la Vie” e la possente
title-track, e poi ancora le coinvolgenti “
Colder than cool” e “
Don’t look back” hanno tutte le caratteristiche necessarie ad attrarre i
fans del genere, che individueranno, in queste trascrizioni di modalità espressive di certo non “rivoluzionarie”, una classe “speciale” e tanta innata vocazione.
La breve “eruzione” chitarristica “
The flight of the Sapini” e la delicata “
Coda” sono le uniche circostanze “egocentriche” che
Dario concede al programma, ben consapevole che l’eleganza, l’ispirazione e la perizia tecnica di cui è dotato si possono facilmente rilevare in ognuna delle sue eccellenti
performance.
“
Feeding the beast” è un disco non imprescindibile, ma che garantisce un bel numero di scariche sensoriali a ogni ascolto … e, per quanto mi riguarda, questo basta per promuoverlo ampiamente e consigliarvelo senza sbarranti remore.
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