"Batti il ferro finché è caldo" dice il proverbio. Dopo l'ottimissimo
"The Prelude Implicit" i
Kansas non potevano dunque farsi sfuggire la possibilità di rilasciare un live album che da una parte celebra il quarantennale del meraviglioso
"Leftoverture", e dall'altra dimostra che, nonostante gli anni, la band - o quello che ne rimane - ha ancora molto da dire e da insegnare.
Le diciannove tracce di
"Leftoverture Live & Beyond" provengono dalle registrazioni di dodici show effettuate questa primavera durante il
"Leftoverture 40th Anniversary Tour" e condensano in poco meno di due ore quella che probabilmente è la miglior produzione dei
Kansas dalle origini a oggi.
"Leftoverture" - come era lecito aspettarsi - viene eseguito nella sua interezza, e ci mostra quanto certe canzoni siano invecchiate bene (penso a
"The Wall" o a
"Magnum Opus"). Ampio spazio viene lasciato anche a
"Point Of Know Return" (chi almeno una volta nella vita non ha sentito
"Dust In The Wind"?), mentre l'ultimo
"The Prelude Implicit" è rappresentato dal solo trittico
"Rhythm In The Spirit"/"The Voyage Of Eight Eighteen"/"Section 60". Le vere sorprese sono l'indimenticata
"Journey From Mariabronn" (dal debutto datato 1974),
"Lamplight Symphony" (da
"Song For America") e l'accoppiata
"Icarus II"/"Icarus" (concepite a 25 anni di distanza ma sempre godibili).
Sul web si vocifera di "ritocchi in studio", ma francamente non me ne può fregar di meno. Questi sono i
Kansas di oggi, e - piaccia o meno - non sono per niente male. Prediligo la produzione in studio, ma per chi non conosce la band
"Leftoverture Live & Beyond" potrebbe essere un discreto punto di partenza.
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