Il
secondo capitolo di questa Odissea "alla tedesca" è vagamente più "leggero" e progressivo. Si inizia alla grande con la strumentale
"Of Casualties (And The Further Way)", sette minuti che spaziano dall'epic al prog, dal doom all'heavy metal. Prevalgono invece le sonorità morbide e avvolgenti in
"Sirens", grazie anche alla voce femminile e all'inserimento del pianoforte che ci terrà compagnia spesso da qui alla fine del lavoro.
"The Isle Of The Solar God" introduce un nuovo guest (si tratta di
Lokhi dei Wolfchant) ed è un episodio pestato - che evita di strafare - dove è la teatralità a farla da padrone, così come il sopraccitato pianoforte nel break centrale.
"At The Shores Of Ithaca" ha i tratti ambient del pianismo di Goatcraft, mentre
"Scorn" suona ancora pesantemente doom, nonostante la voce "marcia" di
Sertorius, e si distingue per l'ottimo crescendo finale.
"Bloodbound - The Bow Of Odysseus" è la summa dell'arte degli
Imperious, e parte da un intro sabbathiano per toccare sonorità lontanissime dove narrazioni, parti urlate, voce femminile e blast beat si incontrano prima di una ripresa perfettamente calibrata.
"At The Olive Tree" è la degna conclusione del viaggio di Ulisse, un brano drammatico denso di orchestrazioni e di parti recitate.
Chapeau.
Non sono solito ascoltare dischi di questo tipo, ma sono pronto a scommettere sul suo valore. Ecco, l'ho detto...
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