Copertina 7,5

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2017
Durata:46 min.
Etichetta:Napalm Records

Tracklist

  1. I'M THE ONE
  2. SKY IS FALLING
  3. DRAGONFLIES
  4. MAYBE
  5. GOLDEN COINS
  6. LUNA MY DARLING
  7. ABYSS
  8. GHOSTWOMAN
  9. BREATHE AGAIN
  10. SYMPHONY NR. 1, PART 2 - DARKNESS OF ETERNITY

Line up

  • Tuomas Seppälä: keyboards, guitar
  • Päivi "Capri" Virkkunen: vocals
  • Emil Pohjalainen: guitar
  • Jukka Hoffren: bass
  • Joonas Pykälä-aho: drums

Voto medio utenti

Se il precedente "Innuendo" poteva essere sembrato "l'eccezione che conferma la regola" - ovvero un disco riuscito un po' "per caso" dopo una miriade di release poco convincenti - il nuovo "Darkness Of Eternity" è qui pronto a dimostrare il contrario, e a confermare che gli Amberian Dawn hanno veramente trovato una propria collocazione nell'affollato panorama symphonic metal europeo.

I nomi di riferimento sono un po' sempre quelli, inutile negarlo (tra gli altri ho appuntato Dark Moor, Royal Hunt, Yngwie J. Malmsteen, Sonata Arctica), ma i finlandesi riescono a plasmare la materia sonora con personalità e introducono alcuni elementi di primo impatto "shockanti" - su tutti i pesanti riferimenti agli ABBA nelle linee vocali - ma in fin dei conti non così fuori luogo.

L'introduttiva "I'm The One" sembra presa da "The Gates Of Oblivion", prima dell'inaspettata - ma piacevole - "Sky Is Falling" (prima ho parlato di ABBA non a caso). "Dragonflies" ha tanto del metal neo-classico, con Tuomas Seppälä impegnato a fare il novello Jens Johansson (che questa volta non è citato tra i guest), mentre "Maybe" rievoca nuovamente il quartetto pop svedese con il suo incedere disco-music - e meno male che lo ha ammesso la stessa Päivi "Capri" Virkkunen. Il trittico "Golden Coins"/"Luna My Darling"/"Abyss" è più canonico, con le sue melodie intricate ma orecchiabili, mentre "Ghostwoman" è un particolare mid-tempo dalle tinte esotiche. "Breathe Again" non sfigurerebbe in un musical Disney - anche se perde qualcosa con l'ingresso della batteria e delle chitarre - e sfocia nella conclusiva titletrack, seconda parte di una sinfonia iniziata con "Innuendo" e ascrivibile all'immaginario sonoro di score del calibro di "Edward Mani Di Forbice" e simili.

"Darkness Of Eternity" è un disco valido. Forse farà storcere il naso a qualche purista ma pazienza. Avanti così.

Recensione a cura di Gabriele Marangoni

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