Copertina 7,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2017
Durata:49 min.
Etichetta:Season of Mist

Tracklist

  1. VERöLD HULIN
  2. LíFVANA JöRð
  3. HALDREIPI HUGANS
  4. PRíSUND
  5. LJóSASLæðUR
  6. BLóðRAUð SóL
  7. EILíFAR NæTUR
  8. SKUGGAR
  9. Í HáLMSTRáIð HELD

Line up

  • Andri Björn Birgisson: guitars
  • Aðalsteinn Magnússon: guitars
  • Hjalti Sveinsson: vocals
  • Hjálmar Gylfason: bass
  • Sigurður Kjartan Pálsson: drums

Voto medio utenti

L'Islanda è un paese dalla terribile bellezza.
Esattamente la stessa che caratterizza "Farvegir Fyrndar" il secondo album per Auðn.
Black Metal attento alla componente melodica ed atmosferica, feroce, malinconico, spietato e bellissimo: proprio come la nazione di provenienza di questo quintetto che ha saputo guardare alle origini del genere, non è un caso che il titolo dell'album voglia dire "antichi alvei", e ne ha colto il gelo ed il fascino riuscendo a scrivere una manciata di brani che coagulano, in un flusso costante di emozione, dolcezza e furia come se un vento lacerante, di tanto in tanto, lasciasse spazio a brevi sprazzi di luce calda ed accogliente.
La musica del gruppo di Hveragerði, paese nel sud ovest dell'Islanda, si trova nello stesso "settore" di magnifici cantori della natura e della sua potenza quali Winterfylleth, Wodensthrone (purtroppo sciolti) o Primordial e se, come credo sia chiaro, non può contare sulla originalità, può, invece, farsi forte di una dirompente capacità di commuovere che solo certo tipo di musica estrema, a mio avviso, possiede con tanta vivida chiarezza.
"Farvegir Fyrndar", album che viene pubblicato dalla sempre attenta Season of Mist, è, dunque, un concentrato di emozioni, è un lavoro ricco di pregevoli spunti melodici che fanno da contraltare ai ritmi forsennati del puro black metal ed alle vocals disperate e sprezzanti di Hjalti Sveinsson, è un lavoro pagano, legato alla natura islandese e velato di una patina di malinconia irresistibile che trova in novembre il mese più adatto per accoglierlo e per capirne lo spirito puro e sognante.
Questa, signori miei, è la poesia del gelido inverno e delle sue meraviglie: non trascurate, vi prego, un album tanto possente nella sua terrificante grazia.

Immagine
Recensione a cura di Beppe 'dopecity' Caldarone

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 26 nov 2017 alle 15:07

Emozionante!

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