Adorate i Toto? Bene, prima di tutto andate pure a riascoltare qualcuna delle loro canzoni leggendarie o a rispolverare i capolavori della loro pressoché inattaccabile discografia … avete la mia piena approvazione.
Subito dopo, però, per nutrire doverosamente la vostra famelica curiosità di
musicofili, vi consiglio caldamente l’ascolto attento di un gruppo capace di ispirarsi con autentica personalità e carisma a quel misto di
pop e
prog,
jazz e
hard che ha reso i
losangelini uno dei monumenti del
rock melodico … si chiamano
Mindfeels e sono una preziosa scoperta della
Art Of Melody Music, un’etichetta “giovane” ma di certo molto attenta e competente.
Nati nel 1994 (con la denominazione Dejanira) e alimentati da una profonda devozione (fin dal
monicker …) per
Lukather & C., gli
chic-rockers biellesi realizzano un albo (rimasto inedito) con la cantante
Raffaella Miani, per poi assumere la configurazione attuale che vede i fondatori
Italo Graziana (Soul Seller),
Roberto Barazzotto e
Luca Carlomagno affiancati dall'educatissima laringe di
Davide Gilardino, un
vocalist capace di elargire passione e intensità a ogni sua emissione fonatoria.
Continuando nella descrizione dei “singoli”, è davvero difficile trovare in giro una sezione ritmica maggiormente raffinata e accurata di quella costituita da
Barazzotto e
Graziana, mentre per quanto riguarda la prova di
Carlomagno,
beh, la maturità e la sensibilità dimostrate nel lavoro di rilegamento sonoro e nella creazione delle immaginifiche atmosfere di cui è costellato “
XXenty” è semplicemente strabiliante.
Ed eccoci infine a commentare brevemente i contenuti artistici di uno dei dischi di
AOR più emozionanti ed eleganti degli ultimi tempi, con melodie (figlie anche di Michael Thompson Band e Mr. Mister) che in passato avrebbero avuto i mezzi per raggiungere rapidamente i vertici delle classifiche di vendita e che oggi, complice la crisi e la stagflazione discografica, “rischiano” di rimanere appannaggio di un pubblico affezionato e “selezionato”.
Ed è proprio a quest’ultimo che mi rivolgo … non sostenere un tale concentrato di musica straordinariamente fruibile nonostante l’ecletticità e la magniloquenza delle trame, equivarrebbe a perpetrare una sorta di “vilipendio” nei confronti del buongusto e della sopraffina arte delle sette note.
Deliziosi quadri armonici come “
Don't leave me behind” e “
Hidden treasures”, illuminati di elettricità soffusa e notturna, fanno da contraltare all’
atmospheric power di “
Soul has gone away” e "
The joker”, e se “
Skyline” e “
Speed” disegnano scenari dalle tinte umbratili e magnetiche, a “
These words” è affidato il compito di illanguidire i sensi dell’astante, un incarico svolto con puntualità ed efficacia.
L’enfasi brumosa di “
Fear”, il vellutato
shuffle di “I
t's not like dying”, le cangianti pulsazioni di “
Touch the stone” e l'elaborato arrangiamento di “
The number one” completano un programma di grande suggestione, in grado di suscitare nell’ascoltatore non affetto da otopatologie degenerative un profondo senso di ammirazione e di rispetto per una formazione “emergente” solo sulla carta.
Sbaragliata la concorrenza di gente come Lioncage e non troppo lontani da Work Of Heart e State Of Salazar, i
Mindfeels attendono solo di essere premiati da un adeguato riconoscimento internazionale.
A voi contribuire fattivamente alla meritata gratificazione.