Io non so di preciso che cosa si respiri (o si fumi) a Bergen, ma è davvero impressionante il numero di band (notevoli, aggiungo) provenienti da questa metropoli norvegese
(che è comunque la città più popolata del paese dopo Oslo, ndr).
Gli
Electric Eye non sono proprio degli "sbarbatelli", tant'è che questo
"From The Poisonous Tree" è il loro terzo lavoro. Definire la loro musica "rétro-rock" è davvero troppo riduttivo, in quanto il mix di krautrock, prog, psych e blues-rock che hanno creato ha peculiarità tali da renderlo unico.
L'inizio è grooveggiante al punto giusto (
"Sometimes You Got To Jump To Lift Your Feet"), e prelude a
"Invisible Prison", dove il sitar a cavallo tra beat e proto-prog ci catapulta alla fine degli Anni Sessanta.
"Rock På Norska" è krautrock strumentale ben fatto come non ne sentivo da tempo, prima di
"Endless Summer", dove l'elettronica minimal ed elegante si fonde con il rhythm and blues e il soul. La fredda vocalità di scuola Kraftwerk in contrasto con un tessuto sonoro caldo e avvolgente caratterizzano
"Turn Around, Face The Sun", mentre
"Serenity" deve molto alle sperimentazioni pinfloydiane di
"A Saucerful Of Secrets" e
"Ummagumma" (con un pizzico di Beatles).
"The Diamond Sutra" ci riporta in territori kraut e sfocia nella conclusiva
"Meditasjonen", che sembra un brano scritto a quattro mani da
Syd Barrett e
George Harrison.
Un'altra bella sorpresa dalla terra dei fiordi...
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