Non si ferma un attimo nemmeno
Mistheria (all'anagrafe
Giuseppe Iampieri), che dopo un anno passato in lungo e in largo a promuovere il suo
Vivaldi Metal Project - realizzato con il buon
Alberto Rigoni e l'instancabile
Douglas R. Docker - ha trovato anche il tempo per un nuovo album solista intitolato
"Gemini".
Il
"keyboard hero" italiano riprende il discorso interrotto con
"Dragon Fire" e decide di concentrarsi sull'aspetto strumentale/virtuosistico della propria proposta a cavallo tra progressive, hard rock e metal neo-classico, con ospiti illustri del calibro di
Steve Di Giorgio, John Macaluso, Chris Caffery e
Roy Z.
Nel full-length rilasciato da
Rockshots Records si riconoscono distintamente le influenze di
Mistheria che vanno da
Yngwie J. Malmsteen (
"Hands Of Fire") agli Artension di
Vitalij Kuprij (
"Devil's Step" o la curiosa
"Asturias"). Ogni tanto l'artista strizza pure l'occhio a certa musica da film (
"Angels In The Shadow" riecheggia i Goblin mentre
"My Dear Chopin" ha qualcosa dei blockbuster hollywoodiani), ma a farla da padrone è l'inseparabile
keytar, protagonista assoluta delle convincenti rielaborazioni di brani classici (
"Fight Of The Bumblebee", "Moonlight Sonata", "Adagio In G Minor"). Il passato da organista di
Mistheria torna a galla nelle tracce più struggenti come
"The Day After" o
"Prayer To God", mentre spiccano per originalità
"Falling Stars" - dalle venature space/lounge - e l'ottima
"Metal Piano Sonata, Op. 13", che da sola vale l'ascolto dell'opera.
Forse suonerà un po' datato, ma non si può certo dire che
"Gemini" non sia un disco riuscito e coerente.
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