Non è propriamente un inizio “col botto” quello degli americani
Eynomia. Con il metal sinfonico europeo
female-fronted nella testa e nel cuore, il quintetto (in cui milita anche
Mike LePond dei Symphony X) “stecca” la prima nonostante una proposta musicale collaudata e formalmente ineccepibile.
I quaranta (e rotti) minuti di musica contenuti in
“Break Free” spaziano dagli Iron Maiden (
“Cleansing”, dai connotati hard rock) ai Within Temptation (
“I Can Tell”, che spicca per il bel solo di synth), con qualche accenno di sound “alieno” che non sempre ci sta (
“Someday Maybe” strizza immotivatamente l’occhio al pop mentre va meglio con la granitica
“Let It Go”).
Forse a causa di una scelta timbrica piuttosto infelice (le orchestrazioni della titletrack gridano vendetta), a farla da padrone sono gli episodi riusciti a metà:
“Till We Meet Again” scimmiotta maldestramente gli Evanescence più stucchevoli, la ballad
“Through Your Eyes” è insipida e banalotta, l’orecchiabile
“Take A Look” sembra uno scarto di
Tuomas Holopainen,
“When It’s Over” è un insulto (o tributo venuto male) all’opera di
Gary Hughes.
Date queste premesse, degli
Eynomia non si sentiva di certo il bisogno.
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