Copertina 6

Info

Anno di uscita:2018
Durata:20 min.
Etichetta:Xtreem Music

Tracklist

  1. RISE AGAIN
  2. ALL SYSTEMS DOWN
  3. THICK SKINNED
  4. CHAOS
  5. BLACK TRUMP

Line up

  • Angel Gonzalez: vocals
  • Roland Torres: guitars
  • Armando Valadez: guitars
  • Alex Dominguez: bass
  • OJ Landa: drums

Voto medio utenti

Uno dei trend (e già usare questa parola accostata al metal mi fa venire l’orticaria) più antipatici di questi ultimi anni è quello di andare a ripescare band che all’epoca (e parlo di fine anni ’80, primi anni ’90), per i motivi più disparati non ce l’hanno fatta. In alcuni casi il ripescaggio è buona cosa, perché magari si è trattato di gruppi che un po’ per sfiga, un po’ per collocazione geografica, in generale per scarsi mezzi (in quegli anni era tutto più complicato di ora, è innegabile) sono stati costretti a sciogliersi dopo un paio di demo o al massimo un EP. In altri casi, e oserei dire nella grande maggioranza dei casi, si tratta invece di band assolutamente inutili, che non valevano allora e non valgono oggi, ma che cavalcano l’onda del ‘vecchio è bello’ e cercano una seconda chance.

Dove collocare, quindi, gli Anialator? Sinceramente non saprei dire, ma propenderei più per la seconda fascia. Internet è un mezzo potentissimo, si sa, il passa parola viaggia alla velocità della luce, ed ecco quindi che la band di Alex Dominguez (che ha avuto la sua fetta di notorietà per aver militato nei concittadini Devastation), incitata sui forum e su FB dai fans (?!?) torna sulle scene. Richiamato a se il fido Roland Torres e trovati tre nuovi membri, il bassista riforma gli Anialator nel 2015, che dopo essersi accasati presso la Xtreem Music danno alla luce “Rise to supremacy”, un nuovo EP. Sì, di nuovo un EP, il terzo nella carriera della band, che dal 1986 ad oggi non ha trovato ancora modo di pubblicare un full length!

Sentivamo, quindi, la mancanza degli Anialator? Mah, sinceramente non tanto, e questo nuovo EP non fa certo gridare al miracolo. Sicuramente non si tratta di un brutto lavoro, anzi, i nostri ci danno dentro e ci sparano in faccia cinque brani di thrash iper incazzato, suonato in maniera mediamente tecnica, senza strafare, puntando più sull’impatto sonoro che sulle iperboli strumentali. Il problema, però, è che nessuna di queste cinque tracce lascerà il segno nella storia del genere, e, temo per loro, i nostri cinque baldi giovani di Corpus Christi torneranno nel dimenticatoio dal quale sono stati riesumati.

Dispiace dirlo, ma a parte i fans più accaniti del profondo underground non penso che questo EP possa attirare l’attenzione di molti altri metal kids, nonostante la registrazione al passo coi tempi e qualche riff vincente qua e là.

Recensione a cura di Roberto Alfieri

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 11 feb 2018 alle 17:20

Band inutile al tempo (quattro pezzi in croce su Wild rags in due EP, peraltro scarsini...), figurarsi ora.

Inserito il 11 feb 2018 alle 14:08

gran nome 'sta band...

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