Sono giovani, sono belli, sono in salute e... fanno prog rock di matrice Seventies. Ok, mi rendo conto che l'ultima parte della frase può spiazzare, ma "l'amara" verità è proprio questa.
Non bastava la Norvegia, pure la Finlandia ora ci si mette a proporre musica sì appassionata ma talmente derivativa da far dubitare persino il più preparato degli ascoltatori (e preciso che quella figura non sono io).
Abbiamo circa 90 secondi per sperare che
"Toinen Toista" non sia l'ennesimo tributo ai vari Pink Floyd, Genesis e chi più ne ha più ne metta, ma appena incappiamo nella voce di
Babak Issabeigloo nella titletrack questa speranza viene meno. Va meglio con la successiva e breve
"Laulu Sisaruksille", dove il mellotron di
Ville Rohiola si fonde con il quartetto d'archi prima dell'inaspettata
"Tiedon Kehtolaulu", dai connotati funky/fusion (mi sembrava di ascoltare
Eumir Deodato). Sono ancora i Pink Floyd di
David Gilmour pre-
"Dark Side Of The Moon" a ispirare
"Etsijän Elinehto", ma si tratta solo di un antipasto all'epica
"Nurja Puoli", 23 minuti davvero troppo prolissi e impegnativi per poter essere in qualunque modo memorabili
(solo l'introduzione strumentale dura 9 minuti, ndr).
Ce n'era bisogno? No. Qualcuno lo ascolterà? Probabilmente sì. Qualcuno lo apprezzerà? Sicuramente sì.
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