Copertina 7

Info

Anno di uscita:2018
Durata:46 min.
Etichetta:Season of Mist
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. LITTLE FUCKING HEROES
  2. UTOPIAN
  3. CHOOSING MENTAL ILLNESS
  4. THE IGNORANT POINT
  5. INDIVIDUAL
  6. DELINQUENT
  7. PHOTOGRAPHIC TAUNTS
  8. FINGER ME
  9. INVALID COLUBRINE FRAUDS
  10. MIXED LUNATIC RESULTS

Line up

  • Jose Manuel Gonzales: drums
  • Phil Anselmo: vocals
  • Stephen Taylor: bass, guitars
  • Mike DeLeon: guitars
  • Walter Howard IV: bass

Voto medio utenti

La prima cosa che mi viene da scrivere è: dove c’è Phil Anselmo c’è metal.

Phil è un pazzo scatenato, una bestia da palco e da studio, dove lo metti canta e questo lo sappiamo tutti, il suo impatto nella scena metal mondiale è incredibile ed ha pochi rivali, tutto quello che è estremo è di suo interesse, ha cantato in innumerevoli band, ha collaborato e ha prestato la sua voce in centinaia di palchi presidiati da una quantità di band che faccio fatica a ricordarmi, come puoi non volergli bene ad uno così?

Lascio perdere gli episodi di razzismo, l’astio con Vinnie Paul, la vita sregolata e i vari gossip che lo hanno attanagliato nel passare degli anni, sto parlando solo del lato artistico, quindi non mi interesso a varie critiche sulla sua vita extra musicale. Phil è il metal, e ci tengo a diffondere questo mio pensiero.
Detto questo adesso parliamo del suo nuovo album, Anselmo se ne esce con il secondo full-lenght insieme agli “Illegali” con cui ha prodotto anche due EP, tra cui ricordo il nuovo ingresso di Mike DeLeon e Walter Howard, che altro non sono che quattro musicisti con i controcoglioni con cui sforna un tripudio di violenza e brutalità.

La copertina del disco ricorda molto l’artwork di “In the name of Suffering” degli Eyehategod, e neanche un giovincello metallaro di primo pelo può non capire cosa si troverà di fronte, un mix di grindcore, thrash, brutal, sludge, black metal, musica pesante e odio distribuito in 10 pezzi per un totale di 46 minuti circa, l’album, come si può immaginare, risulta quindi non di facile ascolto, i vari blast beats, le ritmiche grindcore e la potenza della sua voce a lungo andare risulteranno stressanti anche alle orecchie più estreme, ma di fatto penso che i cinque siano riusciti a proporre quello che stavano cercando.

Si inizia con “Little Fucking Heroes”, qua le linee vocali assomigliano molto a quelle di alcuni brani dei Down, e di tanto in tanto la cosa si nota in altri parti del disco, il ritmo è un continuo cambio di velocità quasi disordinato, “Utopia” è spettrale, ci sono urli gutturali e screaming che trasudano psichiatria come nella titletrack “Chosing Mental Illness”, mentre “Individual” sorprende per durata, ma senza fare una piega percorre lo stesso stile di tutto l’album, arriviamo poi a “Delinquent” che ha un impatto decisamente Thrash/Death, così come “Finger Me” che riecheggia in atmosfere più Technothrash di fine anni ’90.

Le orecchie ormai grondano sangue, la produzione del disco è impeccabile, l’album si conclude con un’altra bomba a deflagrazione sparata dritta nei timpani di quasi 7 minuti, ossia “Mixed Lunatic Results”, disco difficile, senza pause, diretto e senza troppi fronzoli un po’ come Phil Anselmo.

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