Copertina 7

Info

Anno di uscita:2018
Durata:50 min.

Tracklist

  1. OPENING TITLES
  2. BLACK SAUCERS
  3. SCHERZO NO. 5 IN DEATH MINOR
  4. CARNAL ENCOUNTERS OF THE THIRD KIND
  5. GIRLS WITH GUNS
  6. L'ERA DELLE CENERI
  7. BAZAAR OF THE DAMNED
  8. CAME TO ANNIHILATE
  9. REVENGE OF THE BLACK SAUCERS
  10. SURVIVORS
  11. CLOSING TITLES (BONUS TRACK)

Line up

  • Emeric Levardon: all instruments, vocals

Voto medio utenti

Un doveroso avvertimento: l’album di cui scriviamo quest’oggi c’entra col nostro portale quanto il nominativo di Bashar al-Assad in un ipotetico elenco dei candidati al Nobel per la pace: molto poco.
Ciò premesso… chi se ne importa: da lustri ormai non rifuggo ascolti lungi chilometri dal Sacro Verbo del Metallo Pesante, soprattutto se si tratta di lavori ben concepiti.
Ebbene: a mio avviso "Invaders", primo full length degli Hollywood Burns, rientra nel nobile novero.

Forte di un impianto sonoro senz’altro affascinante, che attinge da un trentennio abbondante di colonne sonore (partendo dagli sci-fi movies di metà anni ’50 e arrivando sino all’immancabile nostalgia eighties, passando per il funk e la discomusic anni ’70), il compositore Emeric Levardon confeziona un esordio fresco e godibile, in cui le predette influenze vengono rielaborate attraverso canoni electro ed arrangiamenti orchestrali.

L’amalgama, quasi interamente strumentale (meglio così, visti gli imbarazzi vocali udibili in “Survivors”), riesce nell’intento di intrattenere, sebbene emergano lacune in termini di profondità e direzione artistica.
Il nostro amico francese, in effetti, rimane piuttosto indeciso sul sentiero da imboccare, mantenendosi a metà strada tra perseguimento della melodia (come fatto da ensemble quali Anvil Strykez o Timecop 1983) e complessità ritmica (gli astrusi pattern di Master Boot Record e The Algorithm vengono qui solo accennati).
Oltre a ciò, preme rimarcare come i riferimenti stilistici suggeriti, per quanto non errati concettualmente, risultino un pelo irriguardosi: Danny Elfman, Giorgio Moroder, i compianti Bernard Herrmann e Jerry Goldsmith… insomma: con tutto il rispetto per il pur bravo Levardon, siamo su livelli diversi.

Ciò detto, credo proprio che i più open minded fra voi non incontreranno difficoltà nel farsi trascinare dalle impressioni fantascientifiche di “Black Saucers” e “Revenge of the Black Saucers”, dai divertissements gotico/orrorifici di “L’Era delle Ceneri” e “Scherzo no. 5 in Death Minor” o ancora dalle infuocate progressioni di “Bazaar of the Damned” e “Came To Annihilate”.

La distanza siderale che separa gli Hollywood Burns dal nostro genere prediletto è ampia a dir poco; nel contempo, resto convinto che “Invaders” abbia tutte le carte in regola per piacere agli amanti dell’elettronica più disimpegnata e delle colonne sonore d’antan.
Se già i Samael suonano troppo poco metal alle vostre orecchie, invece, siete gentilmente pregati di volgere lo sguardo altrove.
Recensione a cura di Marco Cafo Caforio

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 17 apr 2018 alle 09:04

A me è piaciuto parecchio..

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