Il sound degli americani
Mos Generator è caratterizzato da continui rimandi all'opera di
Black Sabbath e
Ozzy Osbourne. Preso atto di questo aspetto, è piuttosto facile intuire a cosa andrà incontro l'ascoltatore di
"Shadowlands".
L'hard rock carico e grooveggiante di
Tony Iommi e soci regna sovrano (
"Shadowlands"), ma il trio ha gusto nello scoprire le proprie carte brano dopo brano. Ecco allora che
"The Destroyer" non può non ricordare i
Led Zeppelin di
"Immigrant Song", "Drowning In Your Loving" rievoca gli Steppenwolf,
"Stolen Ages" ha il sapore degli
Hawkwind meno drogati
(se mai sono esistiti, ndr) e
"Woman Song" riporta alla mente i Grateful Dead.
In questo mix non può ovviamente mancare il progressive più spigoloso di
King Crimson e
Atomic Rooster, omaggiati in
"Gamma Hydra" e nella conclusiva
"The Wild And Gentle Dogs", entrambe molto vicine alle sonorità di
"Larks' Tongues In Aspic" e
"Starless And Bible Black". Non da ultimo spicca l'episodio post-grunge/pseudo-punk
"The Blasting Concept", gustoso diversivo all'interno di un album complessivamente omogeneo.
Derivativo al punto giusto.
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