Un intro sorretto da malinconici archi alla Apocalyptica ci portano attraverso il mondo dei Bullet For My Valentine, giusto il tempo per inserire un arpeggio elettrico sullo stile di 'battery' dei Metallica che faccia da sottofondo ad un assolo che ricorda da vicinissimo la tecnica del grande Dimebag Darrell con il feedback finale...una sorta di iniziazione , un accompagnamento leggero per la prima song 'her voice resides' che entra prepotente, squarci alla Killswitch Engage che incontrano i giovanissimi Trivium, soprattutto nel cantato a metà tra lo scream e il melodico, infatti il chitarrista cantante divide questo compito con il bassista che si occupa delle parti più aggressive. La band reduce l'anno scorso da un ep omonimo nel quale provava le coordinate per realizzare quest'album li troviamo oggi ben decisi a ritagliarsi uno spazio tutto loro, le caratteristiche per fare bene ci sono tutte, i ragazzi, anche qui come nei Trivium tutti molto giovani, dimostrano di saperci fare con gli strumenti alla mano, a tratti mi ricordano il riffing dei Machine Head, a tratti esce prepotente il metalcore delle bands già nominate, una cosa è certa, devono aver subito una dose massiccia di metal con la M maiuscola da bambini, ascoltando brani come '4 words' ci si imbatte in tutte le caratteristiche che hanno reso celebri bands famose, assoli che ricordano la scuola metal di Hammett e Darrell, ritmiche thrash alla Metallica su tutti, la voce invece ci riporta ad un'interpretazione più moderna vicina talvolta all'emo, allo scream di band metalcore altre. Dopo poche canzoni ci si convince comunque di essere al cospetto di un gruppo veramente valido che è stato in grado di cogliere dal passato le influenze migliori per mischiarle geneticamente con le nuove tendenze più estreme, non vi è traccia infatti di nu metal o crossover qui, questi giovani inglesi hanno come punti di riferimento la vecchia scuola metal dei maestri del genere, un chitarrista solista che come minimo sà a memoria tutti gli assoli dei Metallica di master of puppets, un chitarrista ritmico che deve aver fatto di Hetfield & Mustaine una religione musicale. Anche in brani più intimi come 'all these things I hate' il tutto si trasforma presto in mostri sonori a cui solo il Robb Flynn più ispirato ci ha abituati. I primi due singoli estratti sono due bombe sonore dal nome 'suffocating under words of sorrow' e hand of blood' perfetti mix di violenza sonora e melodie, il secondo già presente sul mini del 2004. La conclusiva 'the end' riprende quelle atmosfere rarefatte dell'intro conducendo poi un alternare di momenti tristi ad un incalzante riffing e qui ancora mi sento di accostarvi i migliori Pantera di Vulgar Display of Power e i Machine Head di The more Things Change. Sò di aver scomodato un sacco di bands importanti del panorama metal ma credo che questa band meriti veramente l'attenzione di chi ama i generi citati poichè il loro non è un semplice copia incolla scolaresco ma una voglia di fare che trasuda come alcool dai pori di un alcoolizzato e il risultato della loro passione per la musica mi dà ragione. La produzione è superba come in molti dischi odierni, ma se non ci fosse la grinta che traspare sincera dagli strumenti, tutto sarebbe sprecato. Assieme a Trivium dunque un'altra band che si guarda alle spalle riportando in auge e rendendo odierno un genere che per fortuna ancora in molti amano, un thrash core potremmo definirlo, più semplicemente del buon metal! Da avere assolutamente!!
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