Storia lunga e travagliata, quella dei bergamaschi
Nirnaeth. Nati nel 1990, si affermano presto come una delle realtà thrash metal più interessanti del panorama nazionale. Pubblicano il loro album d’esordio “The Psychedheavyceltale In 8 Movements” nel 1998, dividono il palco con nomi quali Extrema, Jester Beast, Strana Officina, Skanners, Cradle of Filth, ma si sciolgono improvvisamente nella primavera del 2000. Da qui comincia tutta una serie di progetti alternativi guidati da
Lippe, reunion e cambi compulsivi di line-up, fino ad arrivare al 2015 quando viene realizzato questo secondo lavoro, che adesso trova distribuzione e promozione grazie a
GT Music e
GDC Rock Promotion.
Il disco comprende cinque brani storici del gruppo, quattro tracce nuove, una cover (“
Blitzkrieg Bop” dei Ramones) ed alcuni pezzi rimasterizzati risalenti agli albori della carriera. Lo stile è chiaramente ispirato al thrash americano della metà degli anni ’80, con qualche pennellata heavy’n’roll e tocchi di extravaganza voivodiana (e voi sapete quanto amo i Voivod ...nda). Ad esempio ci sono brani spezzacollo come “
We Forget To Think” e “
The Fatal Blame”che mi ricordano i primi Exciter per il loro impatto tellurico ed epidermico; in altri casi, vedi “
Mors Tua Vita Mea” o “
The Root Of Evil”, l’influenza degli autori di “Dimension Hatross” e dei loro percorsi ipnotici e frastagliati diventa palese. Discorso a parte merita la lunga “
Moby Dick”, cantata in italiano da uno ieratico
Lippe, che trasporta in una dimensione di cupa follia metallica il racconto di Melville.
Da segnalare ancora la presenza di
Elena Lippe, sorella di
Marco e vocalist degli emergenti Feronia.
Un disco da consigliare caldamente agli amanti del thrash poderoso ed evoluto, adrenalinico ma ricco di soluzioni stilistiche, nella speranza che ora la band orobica possa trovare quella continuità mancata in passato.
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